lunedì 21 dicembre 2020

Magnano in Riviera - Zuc da Cros - Cuarnanat - M.te Campeon - Trails

19-12-20
24km, 20% asfalto-40% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1.300 m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo
Giro ciclo-escursionistico che prevede il percorso di sentieri della pedemontana gemonese attraverso salite impegnative, portage e discese tecniche su prati e boschi.
Si parte dal parcheggio di Magnano in Riviera dirigendosi su via Roma per prendere a dx via Dante Alighieri; si presenta subito uno strappo cementato importante che ci immette nella strada del Faeit. Dopo poco la salita è tranquilla e al km3 la si abbandona per prendere a sx il Troi Des Cascades che in breve ci porta ad attraversare il torrente Orvenco.
Risaliamo su asfalto il comune di Montenars e ci dirigiamo a sx verso Borgo Jouf dove termina la strada ed inizia la carrareccia contrassegnata dal CAI 715. Le pendenze sono importanti con tratti al 18%, si passa davanti alla bella Fontana del Pascut e si procede fino a trovare sulla dx il sentiero che abbandona la forestale e sale a dx. Il sentiero presenta leggere pendenze e risulta quasi tutto pedalabile con buona gamba, grazie anche a una serie di tornanti che ne attenuano la fatica. Si giunge così dopo 8 km totali alla cima del Zuc da Cros (m. 832) contrassegnata da una grande croce di legno.
Inizia il lungo portage proseguendo in salita lungo il sentiero Lis Presis fino al bivio con il CAI 714 che scende dal Redentore presso La Sfuè; da qui inizia il sentiero che attraversa tutta la dorsale sud-ovest del Cuarnanat in un magnifico traverso che ci fa discendere sul Monte Duou (m.866). Da qui la discesa si fa più tecnica fino a giungere a Santa Maria Maddalena.
Su strada asfaltata in saliscendi con tratti in salita di pendenza media si raggiunge in meno di 3 km il Roccolo dal Puestin da dove ci si dirige verso il Roccolo di Pre Checo e si risale il Monte Campeon. Si ridiscende per prendere al secondo tornante un sentierino che, lungo la dorsale, ci riporta al bivio precedente delle forestali. Si percorre in discesa la forestale per 500 metri per poi prendere a sx un single track verso Borgo Socret. Attraversato Sammardenchia, presso case Culau prendiamo il sentiero che ci porta ad attraversare il torrente Soima e ci conduce a Borgo Bocon; ancora una risalita su forestale per l'ultimo single track verso Magnano in Riviera.

mercoledì 16 dicembre 2020

Sagrado - Monte San Michele trails

12-12-2020
27km, 20% asfalto-50% sterrato-30% sentieri. Dislivello 750m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo
Percorso enduro carsico nelle pendici del Monte San Michele partendo da Sagrado.
Si parte dal parcheggio presso la stazione di Sagrado, si supera il sottopasso ferroviario e si procede lungo via Fornace per poi svoltare a sx in salita su Via Remigio del Pino. Subito il fondo della carrareccia si fa mosso per divenire sentiero lungo l'Enel trail. Si prende la carrareccia 77 che ci porta al Cippo Corridoni dove si procede a sx verso Quota 164. Attraversata la provinciale si prosegue diritti fino al punto panoramico per poi prendere il percorso 76 e, su asfalto, salire a San Martino del Carso. Attraversiamo il paese per poi prendere un sentiero a sx che ci porta alla grotta Pecina (ex ricovero militare del 15/18) per poi risalire ancora su sentiero ciclabile fino in prossimità del Monte San Michele risalendo fino a cima 1 (m. 265 punto più elevato del percorso). Scendiamo dirigendoci all'imbocco del Bomba DH che percorriamo tutto d'un fiato (S2); giunti sull'asfalto risaliamo su via Peteano fino al terzo tornante dove imbocchiamo il Porcino Trail, un bel sentierino di 500 metri che riscende sull'asfalto. Risaliamo fino a Cima 3 del San Michele e, dopo aver goduto del panorama, alla cima 4 per poi scendere lungo i trails "Albero Isolato" e "Union". Raggiunto San Martino del Carso ci dirigiamo verso la via di ritorno passando tra diversi sentieri tra i quali il San Bellin's trail che ci permette di visitare i Sass di San Bellin. Scesi a Fogliano risaliamo Santa Maria in Monte per l'ultima discesa verso Sagrado.


Bordano - Monte San Simeone - CAI838a - Sentiero delle Farfalle - Interneppo

11-2020
35km, 50% asfalto-20% sterrato-30% sentieri. Dislivello 1100m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo.
Percorso con salita su asfalto fino alla chiesetta di San Simeone, sentiero impegnativo e a tratti esposto nel bosco, molto ripido e sdrucciolevole fino a circa metà della salita verso il Monte Festa, discesa su sterrato fino all'imbocco del sentiero delle Farfalle che conduce a Interneppo, rientro su asfalto.
Si parte da Bordano, si sale lungo l'asfalto verso la sella che conduce a Interneppo e poi a dx in direzione Monte San Simeone, di nuovo a dx sempre su asfalto sul lungo nastro con una ventina di tornanti, di cui quasi metà in galleria, che tra bosco e roccia conduce con pendenza media e costante fino al pianoro erboso dal quale si ammira uno splendido panorama sulla pianura. Si superano le due baite e si prosegue verso il sentiero che porta in cima al monte, ma si svolta a sx in un secondo pianoro erboso con altre baite da cui si può salire alla chiesetta di San Simeone per una breve pausa. Si scende nuovamente verso Nord e si segue una vaga traccia che porta ad una serie di alberi con un gran numero di segnali bianco-rossi, da cui parte il sentiero CAI838a a sx verso il Monte Festa. Subito molto ripido, scivoloso e coperto da uno spesso strato di foglie (tutto l'anno, in particolare in autunno), con il fondo sottostante in cedevole roccia e una miriade di semi di faggio che accentuano l'instabilità. Alcuni tratti scavati, altri stretti rendono ancora più alpinistica la discesa (S3), parzialmente ciclabile ma molto suggestiva. Si perde quota rapidamente e si scorge la fortezza del Festa sempre più alta, infatti si sbuca su uno dei sentieri che tagliano la sua carrareccia al di sotto della metà. Si segue a sx la discesa e si sbuca sulla carrareccia, che si segue per circa un km per poi prendere a dx il tabellato Sentiero delle Farfalle (S1/S2), meno impegnativo del precedernte, ma comunque su fondo instabile e roccioso. In breve si giunge a Interneppo, da cui si sale lungo l'asfalto fino alla sella e, al primo sterrato a sx per tagliare un tratto di strada fino a Bordano.

Peonis - Malga Cuar - Monte Cuar - CAI815 - CAI816 - Val Tochel - CAI817 - Strada di Mont

11-2020
30km, 30% asfalto-40% sterrato-30% sentieri. Dislivello 1300m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo
Percorso cicloalpinistico, con salita su sterrato fino a Malga Cuar, sentiero poco ciclabile fino in cima al Monte Cuar, discesa sullo stesso fino alla malga e sentieri con tratti in saliscendi di varia difficoltà passando per Val Tochel e Ledrania fino al termine.
Si parte da Peonis e si sale per poco su asfalto e poi sterrato in direzione Loc.Cjanet, al primo incrocio a dx su fondo più instabile immersi nel bosco con qualche apertura e più roccia dopo il cambio valle. Si raggiunge l'asfalto che collega Avasinis a Mont di Prat e si segue a dx per la salita verso Malga Cuar. Al bivio su un tornante si tralascia l'indicazione e si prosegue dritti su sterrato, non molto panoramico e a tratti immerso nel bosco fitto fino a sbucare sui pascoli nei pressi della malga. La salita mai troppo pendente se non a tratti perde intensità e si apre un piacevole panorama verso Nord. Poco prima di Malga Cuar si sale lungo il sentiero con segni bianco-rossi (CAI815) verso la cresta. Poco ciclabile in salita, con l'ultimo tratto dritto per dritto su erba per raggiungere il sentiero in cresta che presenta una meravigliosa vista verso Sud a perdita d'occhio sulla pianura. Si procede a sx lasciandosi alle spalle le due cime Cuel dai Poz (centrale) e Monte Flagjel (all'altra estremità, ben più complicato da raggiungere). Si sale dapprima a fatica sui pedali, poi tra alberi e rocce a gradoni fino in cima al Mont di Cuar, con la sua campana e la madonnina. Non si affronta il sentiero che prosegue, ma si fa dietro.front sui propri passi. La discesa è non meno ostica della salita nel primo tratto, diventando piacevole dall'inizio del prato. Il lungo tratto in cresta ripaga di tutta la fatica e, al cartello CAI di sentiero dismesso che scenderebbe sul lato Nord, si svolta a dx verso Sud superando la staccionata e lungo il CAI815 verso la malga (S1/S2). Poi a sx e a dx lungo i segni bianco-rossi, prima su erba e poi in saliscendi con fondo tra roccia e sottobosco, divertente e tecnico, quasi sempre immerso nel bosco con pochi punti panoramici, riporta ad una carrareccia e con un altro taglio poco ciclabile (parte del CAI816) all'asfalto dell'andata, che si segue in discesa e poi in leggera salita fino a Val Tochel, a sx e al primo tornante dritti su sentiero CAI817, molto scavato con fondo roccioso (in condizione peggiore rispetto ad un anno fa) in saliscendi e tratti ripidi nel bosco. Lungo e con fondo roccioso alternato a pascolo e tratti di carrareccia porta fino all'asfalto nei pressi di Stavoli Agar, in salita fino alla sella e in discesa ripida su asfalto per pochi metri, a sx in salita a sx per scendere subito su prato ad altri stavoli e a dx su sentiero roccioso che entra in loc. Ledrania. Si risale 10m e a dx si imbocca il sentiero pulito da pochi mesi dai generosi abitanti del luogo, quasi tutto ciclabile tra stretti muri a secco fino ad una casa e poi a sx in saliscendi su prato e nel bosco (alcuni bollini bianco-rossi) fino ad una carrareccia che porta verso Stavoli Pecol, che si abbandona subito per seguire il seminascosto sentiero che, tagliando una parte di strada, segue un canale di scolo dell'acqua fino quasi all'imbocco del sentiero che scende a Peonis. Il famoso sentiero Strada di Mont (CAI818?) risulta più scavato di alcuni mesi fa, con rocce insidiose e a tratti instabili, pendenza solo a tratti impegnativa (S2) e alcuni gradoni. Panoramico dopo l'ultimo tornante, diventa più scorrevole solo nell'ultimo tratto vicino al paese.

martedì 17 novembre 2020

Dardago - Ciclovia Venezia delle Nevi - Casera Friz - Monte Croseraz (sentiero Wilderness) - CAI984 - Mezzomonte - Enduro trails

 14-11-2020
35km, 40% asfalto-20% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1750m, Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo
Percorso cicloalpinistico con salita asfalto e sentiero perloppiù a spinta fino in cima, discesa su sentieri di varia difficoltà passando per Mezzomonte.
Si parte da Dardago (Budoia) e si sale verso Piancavallo su asfalto, imboccando dopo pochi km la Ciclabile Venezia delle Nevi, la via più sicura per salire a Piancavallo. Con pendenza media e costante e alcuni punti panoramici si abbandona dopo 13km dopo la sbarra per svoltare a sx sempre su asfalto in saliscendi estremamente panoramico fino a Casera Friz da cui parte il sentiero a dx verso il Monte Croseraz. Parzialmente pedalabile nei primi metri porta a due conche successive le cui salite devono essere fatte a spinta/portage tra Doline e grotte carsiche, come la successiva salita alla cima, immersa nel faggeto lungo il sentiero Wilderness. Il panorama in cima (Monte Croseraz 1694mslm) è parzialmente nascosto dagli alberi, ma è comunque spettacolare in tutte le direzioni.
La discesa si segue sullo stesso sentiero della salita (S1/S2) fino a Casera Friz, facendo attenzione a non perdere la traccia, non segnata e con molti punti ingannevoli. Chiaramente si ripercorrono le due conche con le relative salite molto ripide a spinta/portage. Accanto alla casera parte il sentiero CAI984 su prato, inizialmente con pendenza limitata e alcuni saliscendi fino ad un pianoro erboso e uno stagno sfruttato dai pascoli nei pressi di Casera Val di Lama. Un attimo di respiro e si scende lungo i pascoli per poi affrontare il pendio del monte su traccia nell'erba e pochi alberi, così da lasciare libera la vista al panorama spettacolare sulla pianura. Più ripido e tecnico (S2) con tratti su rocce mobili e gradoni, completamente ciclabile, porta nei pressi di Mezzomonte in cui si prende all'incrocio il sentiero a dx, che diventa velocissimo e fluido e porta ad una sterrata che si percorre per poco per poi imboccare a dx il sentiero Troi Trek, enduro scassato e veloce, che finisce sulla sterrata tagliafuoco che si percorre saltando il sentiero Puma ad oggi non percorribile causa rovi, fino al successivo a dx (uno dei tanti trail spettacolari della zona) fino a Dardago.


martedì 10 novembre 2020

Pontebba - Passo Pramollo - Sentiero Italia - Monte Malvuerich - CAI433

07-11-2020
28km, 60% asfalto-10% sterrato-30% sentieri. Dislivello 1250m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo
Si tratta di una variante del giro cicloalpinistico qui descritto, l'ormai mitico anello che sale lungo la strada per il passo Pramollo, devia verso il monte Malvuerich e scende lungo il sentiero CAI 433, reso famoso dal video di promozione turistica della regione FVG effettuato col drone al minuto 4.21” https://www.youtube.com/watch?v=rsWCyvMtAfw.
Da Pontebba si sale lungo la strada asfaltata che porta a Passo Pramollo / Naßfeld. Salita su asfalto, si supera il ristoro a sx e la dimessa caserma delle guardie di frontiera, si prosegue fino al lago del Passo Pramollo del quale si può percorrere su passerelle il perimetro per imboccare il sentiero indicato con cartello giallo che scende in breve (S1) nel bosco fino nei pressi della vecchia caserma, ove ha inizio una pista forestale che conduce ai prati della Baita Winkel. Si imbocca subito il sentiero a sx un po'nascosto e si risale tra bosco e rocce (25 min. di bici a spinta, a tratti molto ripido). Giunti a Sella Pridola si può ammirare il meraviglioso panorama sul comprensorio di Passo Pramollo (Gartnerkofel) e sulle malghe della Conca di Pricot. Si prosegue in discesa percorrendo una vecchia strada/mulattiera militare che traversa il versante sud del M.te Malvuerich. Si lasciano sulla destra i resti di quella che un tempo doveva essere una piccola caserma. Si percorrono due brevi gallerie scavate nel costone della montagna. Alcuni saliscendi e si superano alcuni tratti aerei "protetti" da parapetti in pietra e cemento e un ponte in legno sospeso (da poco ricostruito) il tutto in un contesto alpino magnifico dominato dal Monte Cavallo di Pontebba (S1). Si prosegue lungo il sentiero segnavia CAI n.433 evitando la deviazione a sx del CAI433a. La difficoltà aumenta a causa del fondo coperto di foglie che nascondono le rocce mobili e i rami (S1/S2). Una lunga serie di tornanti nel bosco in cui si perde il panorama ma comunque divertente. Ultimo tratto su carrareccia in discesa e pochi saliscendi fino all'asfalto dell'andata. Per mettere le ruote sullo sterrato si prende l'unica carrareccia a sx dopo un ponte che porta ad 1km da Pontebba.

lunedì 2 novembre 2020

Barcis - Casera Pala - Pala D' Altei - CAI987 - CAI996

31/10/2020

Km 26 - Asfalto 23% - Sterrato 38% - Sentieri 39%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo; Dislivello 1300m
Percorso cicloalpinistico con salita su sterrato a tratti mosso fino oltre Casera Pala, su sentiero quasi del tutto a spinta fino alla cima della Pala d'Altei, discesa sullo stesso sentiero per oltre metà ciclabile e poi su sentiero in parte ciclabile in saliscendi e discesa fino alla vecchia strada del Cellina.
Si parte dal lago di Barcis in prossimità del Ponte Antoi procedendo sul lato sinistro del lago imbucando una galleria (in questo periodo ci sono i lavori per la costruzione di un ponte e la strada è aperta solo il fine settimana); si imbocca sulla sx la strada asfaltata verso la località Portuz che, con dei ripidi tornanti, ci fa prendere subito quota tagliando in più punti il sentiero CAI 970. A breve la strada diventa carrareccia che con pendenze costanti e continue (qualche rampa del 15%) e porta al bivio per la casera Pala. Giunti a quota 1.160 si prende a sx la rampa che porta alla Casera Pala (indicazioni su un albero). Dopo una meritata sosta si riprende la forestale in salita verso Montelonga facendo attenzione al bivio col sentiero CAI 987 a quota 1.360 che si stacca dalla forestale sulla sx (non segnalato). Si imbocca il sentiero spingendo la bici per i primi 10 minuti giungendo quindi in un magnifico pianoro completamente pedalabile che conduce alla base della Pala d'Altei. Si giunge al bivio con il sent. cai 987/A presso Ciucul Foredor, si rimane sul 987 che procede a sx e in salita porta con 20 minuti di spingismo sulla cima della Pala d'Altei. Merita salire con la bici per affrontare poi la discesa sulla stessa traccia quasi tutta pedalabile seppur tra sassoni sporgenti (S2). Ridiscesi al bivio si prosegue a dx lungo il CAI 987 (direzione Grizzo); il sentiero nella prima parte risulta ostico e si deve superare anche un salto di roccia per poi diventare scorrevole e piacevole fino al Pian della Corona (diff S1 e S2). Da qui si prende la stradina a sx in leggera salita contrassegnata dal colore giallo-blu (MV02) che presto si trasforma in sentiero che scende scorrevole nel bosco Faeit (diff. S1+) fino ad incrociare il CAI 996. A questo punto noi siamo andati a sx, ma è fortemente consigliabile prendere il sentiero verso dx che conduce a Montereale Valcellina, dove è opportuno lasciare un'auto per evitare di attraversare le insidiose gallerie per Barcis.



Padova - Stra - Mira - Dolo - Fusina - ciclabile delle Ville sulla riviera del Brenta


25-10-2020
Km 70 - Asfalto 70% - Sterrato 30%,  Condizione fisica: facile; Difficoltà tecnica: facile; Dislivello 50m
Percorso lungo la ciclabile del Brenta, in parte dedicata sull'argine dei fiumi e in parte su strade secondarie poco trafficate a fianco dei corsi d'acqua. Da Strà a Oriago si pedala tra le ville venete e i loro giardini, prima e dopo immersi nella campagna, con pochi tratti in balia delle auto che sfrecciano.
Si parte da Padova centro e percorrendo le piste ciclabili si punta a Sud-Est per intercettare prima possibile l'argine prima del Bacchiglione e poi del Piovego, sul quale si pedala in totale tranquillità su sterrato ben battuto, in compagnia di altri ciclisti e di pedoni. Da subito si domina la campagna sconfinata, interrotta solo dalla vista sulla zona industriale Padova Est, fino alla confluenza dei canali a San Pietro, in cui si segue il Brenta in direzione Strà. Si passa all'asfalto e, su strade secondarie anche piuttosto strette, si prosegue lungo il fiume tra le ville che si susseguono nei centri abitati. La prima è Villa Pisani, di cui è possibile percorrere il perimetro all'esterno delle mura. Si continua su asfalto tra le ville a dx e sx, concentrate soprattutto nei centri di Dolo, Mira e Oriago, tutte a breve distanza dal fiume dal quale il percorso ciclabile non si allontana. Ad Oriago si seguono i cartelli della ciclabile verso Fusina - Venezia, che si svolta a dx a fianco del canale navigabile del Brenta fino ad una trattoria, dalla quale si segue la strada principale che porta a Fusina, poco trafficata solo in alcuni mesi dell'anno. In breve si raggiunge il porto di Fusina, in cui si può prendere il vaporetto per Venezia o fermarsi al chioschetto nel prefabbricato del porto. Il ritorno avviene lungo il percorso dell'andata. Le strade condivise sono spesso strette, quindi anche se non trafficate necessitano attenzione.

martedì 27 ottobre 2020

Maniagolibero - Monte Jouf trails

24/10/2020

Km 20 - Asfalto 30% - Sterrato 30% - Sentieri 40%,  Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 950m
Percorso su asfalto e sterrato in salita da Maniagolibero a Malga Jouf, ultimo tratto su sterrato e sentiero fino in cima al monte e discesa su sentieri di varia difficoltà e fondo (da S1 a S2) fino a valle.
Si parte dal centro di Maniagolibero, si sale lungo Via Ortigara e si segue la principale, prima asfaltata e poi sterrata, con pendenza mai eccessiva e costante, fino allo spiazzo vicino a Malga Jouf, da cui si dipartono strade e sentieri. Si segue la sterrata in salita più a sx e si prosegue su saliscendi per un paio di km fino allo scollinamento, in corrispondenza del quale si sale (freccia rossa su un albero) nel bosco fino in cima al Monte Jouf. Pausa panorama e si inizia la discesa in cresta fino al primo bivio in cui si prende il sentiero a dx, dapprima su prato e subito dopo in bosco, facile e scorrevole, si attraversa tre volte la strada dell'andata riprendendo il sentiero di fronte (ultimo tratto più tecnico e impegnativo su radici affioranti), due tornanti in discesa su carrareccia e in corrispondenza di una baita in legno l'intenzione è imboccare il sentiero a dx, ma i rovi sono troppo densi, l'alternativa subito sotto la baita ha già nel primo tratto uno schianto troppo ingombrante, quindi la terza alternativa è un sentiero a dx dopo altri 300m di discesa su carrareccia. Molto scorrevole ma con fondo a tratti insidiosi nel bosco porta in breve ad un sentiero enduro con pochi tratti artificiali e molto piacevole, con alcuni tratti più tecnici. Si raggiunge i breve il punto di partenza.


martedì 20 ottobre 2020

Venzone - Val Venzonassa - Malga Confin - Malga Ungarina - CAI705

17/10/2020

Km 20 - Asfalto 30% - Sterrato 40% - Sentieri 30%,  Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 1240m
Percorso in salita su asfalto da Venzone lungo la Val Venzonassa con pendenze impegnative fino all'incrocio per le malghe a sx da cui inizia lo sterrato con pendenze inferiori, al successivo incrocio a dx verso Malga Confin, poi si procede in discesa verso Malga Ungarina e si imbocca il sentiero CAI705.
Si parte dal parcheggio delle scuole di Venzone, si attraversa il torrente Venzonassa sulla passarella e si segue sulla destra la strada asfaltata che procede in salita su via Pragjel. La strada si insinua nella Val Venzonassa per 3/4 km fino al raggiungimento di una buia galleria lunga 50 metri, da qui inizia un lungo alternarsi di carrareccia e tratti cementati sempre con pendenze importanti (alcuni tratti al 18%). Dopo circa 8 km di ascesa si giunge ad un bivio che vede a sx l'indicazione per malga Confin che percorriamo nei suoi 3,5 km di ascesa costante. Dopo una serie infinita di tornanti che allentano la pendenza giungiamo al bivio tra Casera Ungarina e Malga Confin; procediamo a dx godendoci di un bellissimo panorama sul Tagliamento e su tutto il Parco delle prealpi Giulie. Giunti a Malga Confin e rifocillati ritorniamo al bivio precedente per proseguire verso Casera Ungarina, da dove inizia la spettacolare discesa sul sentiero CAI 705.Dopo il primo km scorrevole ci si imbatte su una vecchia frana dove il tracciato devia in salita per aggirarla; si tratta di 10 min. di portage per superare un dislivello di ca 30 metri. Dopo di che tutta discesa tecnica (S2) prima su sentiero un pò esposto e la parte finale su pietre e sassi smossi. All'unico bivio mantenere il sentiero sullla sx. Si sbuca su una carrareccia a Mastrui, e la si abbandona subito proseguendo diritti; si giunge sulla strada di salita in prossimità delle prime case di Venzone.



domenica 11 ottobre 2020

Val Saisera - Monte Lussari - CAI612a - Riofreddo - Sella Presnig - CAI615

10/10/2020
Km 29 - Asfalto 10% - Sterrato 60% - Sentieri 30%,  Condizione fisica: molto impegnativo; Difficoltà tecnica:  impegnativo; Dislivello 1650m
Percorso in salita su sterrato dalla Val Saisera al Monte Lussari con forte pendenza e senza respiri, discesa lungo il sentiero CAI612a appena pulito fino a Riofreddo (S1 con alcuni schianti), risalita su carrareccia nell'ultimo tratto ripida, sconnessa e non molto ciclabile fino a Sella Prasnig e discesa finale su sentiero CAI615, più breve e con tratti più pendenti, su fondo da sottobosco abbastanza scivoloso (S1/S2).
Si parte dal parcheggio della Val Saisera su asfalto e si seguono le indicazioni per il Monte Lussari a sx su sterrata (straordinariamente aperta dopo i lavori degli ultimi 5 mesi), subito dopo aver attraversato il torrente inizia una lunga e ripida salita, senza respiri per circa 7km su sterrato battuto e alcune rampe e tornanti cementati immersi nel bosco, seguiti da un tratto in saliscendi molto panoramico che si concludde con alcune rampe ripide in sterrato più sconnesso che portano in breve al santuario. Dopo una meritata sosta davanti al cuore si guadagna la cima della croce sopra il villaggio ed inizia la discesa dapprima su sentiero, poi su alcune parti della pista di sci, per poi imboccare il sentiero CAI 621a (oggi deserto a causa della chiusura della cabinovia), immerso nel bosco con alcuni punti panoramici, ben pulito e battuto, anche se interrotto da uno schianto difficilmente aggirabile in prossimità di un ruscello. Mai troppo pendente (S1) e con fondo compatto, divertente e molto vario porta in poco tempo a Riofreddo. Dal paese inizia la seconda salita sterrata, dapprima dolce in saliscendi e pendenza media fino alle baite immerse nel pascolo, poi molto più pendente e sconnessa, tanto da renderla per circa metà non ciclabile, compensata dalla vista delle cime rocciose che sovrastano la via e del bosco autunnale. Lunga e faticosa giunge a Sella Prasnig, riconoscibile sul prato come unico incrocio di più sentieri. Si segue la discesa sul CAI615 verso la Val Saisera, sentiero più pendente e con fondo inizialmente sconnesso, poi nel bosco diventa morbido e ricco di tratti veloci alternati a tornanti fluidi, insidioso solo con il bagnato. Un paio di radure umide e di attraversamenti di sterrate lo interrompono edi in breve si raggiunge la sterrata dell'andata. Variante piacevole è la discesa lungo i prati...


venerdì 9 ottobre 2020

Ravascletto - Troi de Maine CAI152 - Panoramica delle Vette - Monte Runch - Troi dal Gjat

08/10/2020

Km 18 - Asfalto 40% - Sterrato 60%,  Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 1100m

Percorso su asfalto in salita da Ravascletto verso la Panoramica delle Vette per 2.5 km fino a poco prima del cantiere che blocca la strada, deviazione lungo il Troi de Maine su sterrato con rampe molto ripide e sonnesse, ripresa della salita su asfalto fino al sentiero poco dopo la fontana della Panoramica delle Vette, breve salita su sentiero fino alla cima del Monte Runch, discesa su facile sentiero fino a casera Glarez, risalita sullo stesso asfalto fino ad un tornante da cui scende il Troi dal Gjat, tra prato e boschi fitti, quasi tutto naturale e con alcuni tratti artificiali e drops, tecnico e divertente S2/S3. Il sentiero sbuca direttamente a Ravascletto.


lunedì 21 settembre 2020

Padola - Rifugio Coltorondo - Passo Silvella - Sella del Quaternà - Col Quaternà - Costa dello Spina - Casamazzagno - Troi di Bacani - Dosoledo

19-09-2020
Km 32 - Asfalto 40% - Sterrato 60%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 1500m
Percorso con salita su asfalto e sterrato da Padola, mulattiera ripida e sconnessa in parte ciclabile fino alla Sella del Quaternà, sentiero ripido (abbandonando le bici) fino alla cima del Col Quaternà, sentiero in cresta in leggero saliscendi fino oltre il Monte Spina (Costa dello Spina), discesa su sterrata e asfalto fino a Casamazzagno, risalita e discesa su sterrata (Troi di Bacani) fino a Dosoledo e rientro su asfalto.
Si parte da Padola, si segue la direzione Nord cercando di evitare il più possibile la statale sulla quale si percorre qualche km fino al bivio, a dx verso il Rifugio Coltorondo si sale su asfalto ripido con respiri per circa 5km, poi si imbocca la mulattiera che sale più ripida e si prosegue dapprima con pendenze medie, poi sempre più impegnative fino a Passo Silvella,. Il panorama è mozzafiato in questa valle stretta tra cime molto alte e scoscese e compensa la fatica. Alla sella si prende il sentiero che sale a fianco del Col Quaternà, riconoscibile dalla grande croce, prima con pendenza media e poi a spinta su fondo sdrucciolevole e ripido. Non è molto lungo il trasferimento fino a Sella Quaternà, in cui si trova l'imbocco del sentiero che porta in cima alla montagna, su roccia a gradoni ripidi, tanto da abbandonare le dueruote in questo punto e salire per circa 15 min. fino in vetta. Vista a 360° sul Comelico, con le sue principali vette quasi tutte in primo piano. Risaliti in sella si percorre la traccia molto ben visibile dal punto panoramico privilegiato di poco prima, in cresta verso Sud-Est, verso il Col Rosson e il Monte Spina che rimarranno alla nostra sx durante la traversata. Un primo tratto in saliscendi sul sentiero in mezzo ai pascoli e poi tratti in discesa molto veloce, con la dovuta attenzione visti i canali scavati dall'acqua a tratti molto profondi ed insidiosi. Percorso a tratti in cresta e a tratti di poco sotto le cime, panorama mozzafiato. Si raggiunge la cima del Monte Spina, che segna la fine del sentiero più divertente. Da qui si scende su sterrata , dissestata e a tratti ripida, ma comunque strada. Vani i tentativi di trovare alternative, se non alcuni prati nelle vicinanze del paese di CasaMazzagno. Si scende ancora su asfalto fino a centro paese, in cui si sale a dx seguendo il sentiero tabella to in legno come Troi di Bacani, una stretta sterrata in salita per circa 2km e poi in discesa, sempre su strada, fino a Dosoledo. Chiusura del giro su asfalto.



martedì 15 settembre 2020

Forni Avoltri - Casera Bordaglia di Sotto e di Sopra - Lago Bordaglia - Passo Giramondo - Lago di Volaia - Rif. Tolazzi

12-09-2020
Km 30 - Asfalto 20% - Sterrato/sentiero 50% - Single track 30%; Condizione fisica: molto impegnativo; Difficoltà tecnica: difficile (alpinistico); Ciclabilità 50%; Dislivello: 1400 m.
Giro cicloalpinistico con salita al Lago di Bordaglia e al Passo Giramondo discesa su single track (S3) e risalita su sterrato (Wolayerseestrasse) al lago di Volaia e successiva discesa su single track (S4) al rifugio Tolazzi e ritorno su triste asfalto a Forni Avoltri.
Si parte dal parcheggio presso la chiesa di Forni Avoltri procedendo verso nord; si abbandona subito l'asfalto procedendo diritti lungo lo sterrato che costeggia la sinistra orografica del torrente Degano seguendo le indicazioni del CAI 140 (la carrareccia è appena stata sistemata a seguito dei lavori). Attraversato il Rio Bordaglia si svolta a dx seguendo le indicazioni del sent. CAI 141; la carrareccia si fa subito impegnativa e con pendenze importanti. La si percorre dapprima fiancheggiando il rio e poi si inerpica in tornanti comunque sempre ciclabile fino a giungere a Casera Bordaglia di sotto. Qui termina la parte ciclabile e si procede sul sentiero CAI 142 inerpicandosi per 500 m. di dislivello prima fino a Casera Bordaglia di Sopra con vista sul lago e poi fino al passo Giramondo alternando tratti pedalabili conpendenze dolci e panorami spettacolari. Giunti al Passo Giramondo (m. 2005) ci apprestiamo a scendere lungo il versante austriaco CAI 403 su un single track di difficoltà S3 con forti pendenze prima su fondo ghiaioso con stretti tornanti e poi su fondo non smosso; terminato il single track il sentiero procede in traverso convari sali scendi (40% ciclabile) prima di raggiungere la radura prativa (attenti alle marmotte) che ci conduce alla strada bianca. La carrareccia si inerpica verso il lago Volaia con pendenze importanti mettendo a dura prova le rimanenti energie a disposizione. Si giunge così al lago Volaia fronte austriaco a m. 1960 dove si apre uno scenario meraviglioso sul lago e sulla maestosità del Monte Coglians; dopo un meritato riposo si prosegue sul periplo del lago (il lato sx è meno ciclabile) per risalire al rifugio Lambertenghi da dove ha inizio il secondo single track impegnativo lungo il sentiero CAI 144 (difficoltà S3/S4) la ciclabilità del quale dipende dalle capacità personali e dalla presenza di pedoni che hanno sempre la precedenza. Si giunge così su una carrareccia a fondo molto smosso dove bisogna ancora fare attenzione prima di giungere al rifugio Tolazzi e procedere sulla strada asfaltata molto triste verso Collina e Forni Avoltri.

lunedì 14 settembre 2020

Cason di Lanza - CAI439 (Traversata Carnica) - Sella di Aip - Bivacco Lomasti - CAI440

10-09-2020
Km 15 - Sterrato 30% - Sentieri 70%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo; Dislivello 800m
Percorso con salita su carrareccia nel primo tratto e su sentieri con rampe molto ripide, a spinta e a spalle. Sentiero in quota CAI439 (Traversata Carnica) con saliscendi in buona parte ciclabile fino a Sella di Aip e al bivacco Lomasti. Ritorno su CAI440 per la prima parte roccioso e difficile per portare la bici, fangoso e con rocce affioranti nella seconda parte fino ad una malga nei pressi della Busate, ultima parte sulla carrareccia dell'andata.
Si parte da Cason di Lanza e si sale lungo la sterrata dietro il rifugio, con alcune rampe lastricate ad alta pendenza alternate a respiri su ghiaia, si prosegue sulla principale fino al cartello CAI439 a sx subito dopo una serie di tornanti. Si imbraccia la due ruote e si porta per qualche centinaio di metri su rocce umide a gradoni fino ad un saliscendi nell'erba tra i cespugli, poco ciclabile, per poi risalire di nuovo su roccia ad alta pendenza fino alla Travesata Carnica, spettacolare linea in saliscendi su roccia e ghiaioni al cospetto della Creta di Aip e con meraviglioso panorama sulla valle. Si intravede già in fondo la Sella di Aip e il punto rosso del Bivacco Lomasti. Lunga traversata in buona parte ciclabile su sconnesso con alcuni scavalchi di roccia per finire su prato in prossimità della cresta che divide Italia dall'Austria, Passo Pramollo a sinistra e la più alta stazione della funivia a pochi metri dal sentiero. Al bivio a dx verso la sella, alcuni tratti a spinta in cresta e si scende verso la Sella di Aip, preceduta di pochi passi dal bivio per il Bivacco Lomasti e l'imbocco del CAI440. Dopo una sosta si scende a fianco del bivacco con i segnali bianco-rossi appena rifatti e bene in vista. Fin da subito non ciclabile, con salti in pendenza tra grosse rocce in mezzo ad una antica frana, fino a imboccare una traccia dapprima su ghiaia e rocce, poi su prato molto sconnesso con rocce affioranti con molte sorgenti e relativo fango. Nonostante la poca pendenza rimane non molto ciclabile, se non a tratti, compensata dalla cornice delle montagne attorno, pittoresco il sentiero dell'andata che si staglia a destra. In saliscendi tra le sorgenti si raggiunge una malga da cui parte una carrareccia su erba che sale con tornanti verso la strada dell'andata, all'inizio in decisa salita, poi in saliscendi tra gli arbusti e poi nell'ultima discesa fino a Cason di Lanza.


martedì 8 settembre 2020

Arta Terme - Cabia - Rivalpo - Malga Valmedan - Monte Cucco - CAI 408a e 409

 05-09-2020
Km 27,5 - Asfalto 50% - Sterrato 10% - Sentiero 40% (di cui 70% non ciclabile),  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: molto impegnativo (alpinistico); Dislivello 1500m
Giro cicloalpinistico con salita su asfalto alla malga Valmedan alta, salita su sterrato alla casera Cucco di Sopra e poi su sentiero al Monte Cucco (1754m), discesa su sent. Cai 408a in parte ciclabile e poi su sent. Cai 409 lungo la dorsale del Monte Salin (vista sui Lander) non ciclabile e discesa sul Rio Quarnaries e bosco Faeit su single trail S2.
Si parte dal parcheggio di Arta Terme risalendo il centro della cittadina e dirigendosi verso Cabia dove, dopo un breve sosta alla fontanella, ci si direge lungo la carrareccia che attraversando Bosco Boscat, con dei bruschi saliscendi per superare il rio Plombs ci porta a Rivalpo. RAggiunto di nuovo l'asfalto, si procede in salita verso Malga Valmedan Alta con salita costantemente impegantiva (13/14%) e una serie di tornanti che fanno raggiungere la quota di m. 1525.
Dopo una meritata e prolungata sosta alla malga (aperta e gestita) si prosegue lungo la carrabile che in breve ma faticosa salita raggiunge Casera Cucco di sopra dove la stradina si restringe in sentiero che ben presto non risulta più pedabile. Al bivio col sentiero 408a si risale la cima del Monte Cucco (30 min.) da dove la vista spazia a 360° su tutte le alpi carniche e le dolomiti in lontananza.
Si ridiscende lungo il sentiero 408a rimanendo in sella dove possibile fino a raggiungere il sentiero precedente (CAi409) dove, svoltando a dx, inizia la fase del ravano (evitabile solo retrocedendo a Malga Valmedan); il sentiero si snoda ripido ed esposto su folta vegetazione raggiungendo il crinale del Monte Salin con una vista spettacolare sui Lander; poi, a quota 1100 m. diventa ciclabile su un tracciato molto umido che porta al rio Quarnaries dove si procede sul greto del torrente lungo una pietraia (S2) fino a raggiungere la carrareccia nel Bosco Faeit. Ancora una deviazione su single track che attraversa il rio Randice per poi attraversare Piano d'Arta e giungere al parcheggio.

Cattinara single tracks - Tre Camini Trieste

 29-08-2020

Km 15 - Asfalto 50% - Sterrato 50%,  Condizione fisica: medio-facile; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 600m

Giro enduro sulle alture di Cattinara lungo i single tracks che sono proposti come prove speciali alle gara "Enduro 3 Camini" intorno al Monte Bello. Sentieri di difficoltà S2/S3.
Si parte da San Giuseppe della Chiusa parcheggiando subito sotto la ciclabile Cottura e si risale l'asfalto fino al tornante
dove si procede diritti attraversando una recinzione e raggiungendo una carrareccia che ci conduce al bivio tra la Provinciale e Strada di Fiume da dove parte sulla sx il primo single track che, attraversando una carrareccia, la ciclabile e la Nuova Sopraelevata conduce alle "cascatelle"; si risale su via Antonino di Peco fino a raggiungere la ciclabile Cottur che si percorre a dx fino al cavalcavia sulla Sopraelevata dove si gira a dx su una erta per raggiungere Strada di Fiume;si gira a dx per poi procedere sulla Salita al Monbeu che ci conduce all'imbocco del single track dei "3 camini". Il trail lungo 1 km scende a via del Castelliere dove si risale sulla sx fino a raggiungere nuovamente Strada di Fiume che si percorre stavolta a dx passando davanti all'ospedale. Giunti in prossimità della rotonda fare attenzione a prendere a dx un ingresso che ci porta sotto il viadotto Cattinara da dove parte l'ultimo trail che scende di nuovo in prossimità delle "cascatelle". Terminata la discesa risaliamo su via Antonino Peco fino a raggiungere la ciclabile che in breve conduce al parcheggio.



Percorso in dettaglio

Filmato sentieri

lunedì 24 agosto 2020

Lago di Garda - Giro completo da Peschiera del Garda

19/21-08-2020
Km 85+50+61km=196km - Asfalto 60% - Sterrato 40%,  Condizione fisica: facile; Difficoltà tecnica: facile; Dislivello 800+550+100m
Percorso ciclabile attorno al Lago di Garda, che in teoria dovrebbe essere tutto ciclabile, ma in realtà ha diversi punti molto pericolosi. Diviso in tre tappe, da Peschiera del Garda a Tignale, da Tignale a Torbole con digressione ad Arco e chiusura. Fortemente sconsigliabile alle famiglie per i numerosi tratti pericolosi in mezzo al traffico.

Primo Giorno - 85km-800mdsl
Peschiera del Garda - Tignale
Si parte da Peschiera del Garda in direzione Sirmione il più possibile vicino alla riva del lago, che si abbandona quasi subito per tratti di ciclabile a fianco della strada principale che portano in breve alla penisola di Sirmione. Si è costretti ad abbandonare la bici fuori dalle mura, ma ci sono molte rastrelliere a cui legarla e un parcheggio custodito vicino ad un distributore. Breve visita al suggestivo borgo, per poi ripartire verso Desenzano, che si raggiunge sempre su ciclabile a fianco della strada. Superata la città si pedala a poca distanza dall'acqua, quasi sempre a vista, per poi percorrere un rilassante tratto di sentiero cementato lungolago da Padenghe a Porto Moniga. Da qui è necessario risalire verso Moniga e seguire la strada interna un po'troppo trafficata e stretta, per poi seguire indicazioni di una ciclabile sterrata a sx che passa per Solarolo e, su asfalto secondario con alcune rampe ripide attraversa Montinelle e Manerba per scendere di nuovo al lago a Porto Torchio e, per rimanere più vicino possibile alla costa con un saliscendi verso Porto San Felice. Si ritorna nell'entroterra fino a Portese ancora su asfalto secondario non trafficato, si scende a Porto Portese e, con il lago a vista fino a Porticcioli. Da qui si avverte l'avversione nei confronti dei ciclisti, con i vialetti lungolago proibiti alle bici, obbligando a seguire l'asfalto sempre più trafficato fino a Salò, in cui proseguono i divieti verso la costa, così è necessario zigzagare tra auto in coda e marciapiedi per poter superare la città di D'Annunzio, approfittando delle poche varianti costiere per poi ributtarsi nella mischia fino a Toscolano Maderno, con brevi tratti rilassati in pista dedicata. Altre brevi tratte nei paesi successivi per sfuggire al traffico (almeno qui le strade sono abbastanza larghe da avere qualche decina di cm tra la linea bianca e il guard-rail) e si raggiunge Gargnano, che si attraversa e a dx si imbocca Via Rimembranza, stretta asfaltata ma poco trafficata, con splendida vista sul lago, che termina con una sbarra e un divieto anche per pedoni e bici, invitando a risalire sulla principale strettissima Gardesana in cui nel frattempo inizia il tratto di gallerie. Chiaramente si procede sulla strada vietata, solo sporca per alcuni detriti franati, ma pedalabile nonostante la pendenza crescente necessaria per ricongiungersi alla principale. Qui una scelta tra una buia galleria senza banchina e una vecchia asfaltata molto ripida che sale ai paesini arroccati sopra la Gardesana. Ovviamente si sceglie la seconda e con fatica ma anche grande soddisfazione, con spendido panorama su lago e antiche limonaie si raggiunge il suggestivo borgo di Piovere di Tignale. Breve sosta per poi imboccare la provinciale che prima scende e poi sale a Oldesio e Gardola, frazione principale di Tignale. Le rampe oltre il 20% non si risparmiano nemmeno in paese, in cui termina la prima tappa.

Secondo Giorno - 50km-550mdsl
Tignale - Torbole
Si parte da Gardola di Tignale sulla provinciale in direzione Tremosine, con saliscendi continui in paesaggio montano, pur così vicini al lago. Si seguono le indicazioni per Limone del Garda scendendo velocemente su strada poco trafficata per evitare le numerose e pericolosissime gallerie. Punti panoramici meravigliosi si susseguono durante la discesa alla cittadina delle limonaie in cui i vicoli interni non sono proibiti alle due ruote, così si pedala in spiaggia e poi nei vicoletti (pedoni permettendo) per imboccare il Sentiero del Sole, ciclopedonale in salita che porta alla famosa e sbandierata "Ciclabile più bella d'Europa", un tratto di circa 5km di cui circa 2km a sbalzo sul lago, che permette di ammirare l'ambiente ed evitare alcune gallerie, ma termina bruscamente con una ringhiera e uno stretto passaggio prima di una galleria  buia e stretta sulla Gardesana, unica strada percorribile d'ora in poi. Certo, la ciclopedonale (più pedonale che ciclo) è ben realizzata ma è troppo breve e fine a se stessa, quindi una mezza delusione. Fanali e fegato per proseguire verso Nord alcuni km da evitare assolutamente con dei bambini in bici, fino a Riva del Garda, dove cambia decisamente la musica. Spazi pensati per le due ruote, piste ciclabili, servizi e negozi dedicati e un lungolago splendido. Si costeggiano le spiagge e i porticcioli fino al fiume Sarca in cui si incontra l'incrocio con una tra le più belle ciclabili della zona (questa volta senza sarcasmo) che porta a Trento, Bolzano e al Brennero. Per verificare quanto sia ben fatta decidiamo di raggiungere Arco, la prima cittadina a Nord. Per il ritorno si segue un percorso ciclabile alternativo che attraversa il fiume e con saliscendi tra susini e meli porta all'unico single-track del giro S3 roccioso e a gradoni, che rapidamente porta a Torbole, altro paradiso delle bici, paragonabile a Riva.

Terzo Giorno - 61km-100mdsl
Torbole - Peschiera del Garda
Si parte da Torbole verso Sud nel peggiore dei modi, con quasi 10km di Gardesana con alcune gallerie buie e strette, almeno un leggera discesa e a pochi metri dal lago. Alla prima possibilità si scende a dx su una ciclopedonale a servizio della spiaggia (per la maggior parte una stretta lingua di sassi non molto frequentata) che si può percorrere per molti km, interrotti solo in pochi porticcioli in cui è necessario portare la bici a mano. Poco prima di Torri del Benaco, a causa della dimensione della spiaggia e del fondo non praticabile è necessario risalire sulla Gardesana, con tratti molto stretti e molto traffico, fino oltre la cittadina-porto, risalendo fino a Punta San Vigilio (spettacolare e costosissima spiaggia su prato), per poi scendere su stretto vicolo a dx subito dopo il punto panoramico che si incontra più avanti. Si arriva in spiaggia su un sentiero ciclopedonale e alcuni bar molto accoglienti. Il meraviglioso sentiero prosegue e si allarga presso Lazise, cittadina che ricorda Venezia. Si prosegue sullo stesso percorso rilassante e si raggiunge in breve Peschiera del Garda.






Stazzo - Milo - parziale Percorso Etna Marathon - Rif. Citelli - Sentiero Citelli-Milo

11-08-2020
Km 62 - Asfalto 70% - Sterrato 30%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo (sentiero in discesa); Dislivello 1800m
Percorso con salita su asfalto da Stazzo (sul mare) a Milo (700m slm) con pendenza mai eccessiva, poi si segue il percorso della Etna Marathon MTB che parte dalla piazza del paese e su asfalto, lastricata e sterrato soprattutto nel bosco sale ripida lungo le pendici del vulcano, che si abbandona per un ultimo tratto che porta al Rif.Citelli. Discesa su sentiero enduro S2/S3 per diventare sterrata negli ultimi km che porta a Milo. Discesa al mare sull'asfalto dell'andata.
Si parte da Stazzo e si sale attraversando Mangano, Santa Venerina, Zafferana Etnea sotto il sole, per essere un po'riparati dal bosco fino a Milo. Si oltrepassa la piazza salendo e si prosegue dritti fino ad un casolare con rampa ripida asfaltata a sx, tra gli agrumi, poi lastricata con pietra lavica attraversando un paio di antiche e suggestive colate. Si raggiunge un incrocio tra due strette carrarecce e si segue a dx tra gli ultimi alberi di limoni per poi immergersi nel bosco fitto, al fresco, su sterrato a tratti sconnesso e con pendenze medie importanti, con alcuni respiri. Si sale sulla principale e si raggiunge l'asfalto che porta al Rif.Citelli, che si prende in discesa a dx per 100m e si risale oltre la sbarra a dx su fondo simile al precedente. Aumentano i saliscendi e non si punta alla cima fino ad incrociare una sterrata più larga che risale e diventa asfalto riportando alla principale per il rifugio. Il percorso scenderebbe decisamente oltre la Grotta dei Ladroni, ma il richiamo del Rifugio Citelli è troppo forte e lo si raggiunge in soli 2km di asfalto, si lascia a dx la deviazione verso Piano Provenzana e con media pendenza si raggiunge la terrazza naturale a quota 1730m dalla quale si ammira il mare, vicinissimo. Breve sosta e si scende su asfalto fino alla prima curva e al cartello in legno "Citelli Serracozzo" si scende a sx su sentiero enduro (Trail Citelli), molto scavato e a tratti piuttosto ripido, con fondo sdrucciolevole e punti con radici e rocce insidiose. Si sbuca su sterrata che si segue a dx in discesa fino poco oltre ad una curva parabolica, oltre la quale si prende il sentiero a dx, con il medesimo fondo. Si incrocia una vecchia lastricata che si segue a dx fino a che ridiventa sentiero paragonabile al precedente. Sempre immersi nel bosco si finisce in una radura con un edificio in pietra, mentre il tracciato diventa un po'più scorrevole. La sterrata che scende dalla radura è piuttosto sconnessa e porta ad un incrocio in cui si sceglie la lastricata che risale a dx, per proseguire su un sentiero molto scorrevole e estremamente veloce, con alcuni salti evitabili, meno pendente e con fondo compatto. Si sbuca su sterrata che a dx porta in relax a Milo, dal quale si scende sull'asfalto dell'andata.

Opzione 2
Salita su asfalto da Milo al Rif.Citelli e discesa sul sentiero-carrareccia che salta alcuni km di asfalto e si riallaccia alla sterrata di salita del giro precedente


lunedì 3 agosto 2020

Camporosso - Val Bartolo - Feistritzer Alm - Monte Osternig - Sella pleccia - Rif. Gortani - Malga Priu - Ugovizza

01-08-2020
Km 36 - Asfalto 20% - Sterrato 80%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo; Dislivello 1500m
Giro cicloalpinistico estremamente panoramico con salita su sterrato fino al Monte Acomizza, saliscendi fino a Feistritzer Alm, sentiero quasi tutto a spinta fino alla cima del Monte Osternig, discesa allo stesso paesino su sentiero S1/S2 e fondo roccioso, saliscendi in sentiero fino al Rifugio Nordio, asfalto in discesa fino al primo guado per risalire su sterrata e sentiero fino a Malga Priu e discesa su sentiero a Ugovizza, ciclabile di chiusura.
Si parte da Camporosso (park Lussari), si sale in Val Bartolo e si prosegue fino al primo incrocio, in cui si svolta a sx per salire su sentiero e poi su sterrata verso il Monte Acomizza, con panorama sulla valle del Gail, Pendenza media con respiri fino alle case in prossimità della cima e poi si scende fino a Sella Pleccia con un breve e divertente freeride su prato per evitare la carrareccia, si risale blandamente sulla stessa e, poco dopo l'apparizione delle casette di Fiestritzer Alm sul versante erboso, la si raggiunge per una breve sosta. A Nord si staglia il Monte Osternig che si scala solo in parte pedalando con grande difficoltà e poi, nella parte centrale del sentiero, spingendo con altrettanta fatica, permettendo di risalire in sella solo negli ultimi metri. Si raggiunge la fortificazione in pietra e si sale a piedi per poco fino alla cima. In cresta si può pedalare lungo tutto il sentiero panoramico su entrambe le valli e, in corrispondenza della croce in ferro, inizia la discesa. Evitando il sentiero verso Est (sconsigliabile anche a piedi) si scende a Ovest su fondo sconnesso e a tratti su rocce instabili (S2) fino alla fortificazione, poi molto più veloce e fluido. Pochi tornanti su pietre e prato e si raggiunge velocemente Fiestritzer Alm, da cui si sale verso la chiesetta della Madonna della Neve, al di là della piccola sella che sovrasta il paese a Sud. Discesa breve fino alla chiesa e poco dopo giù su sentiero S1/S2 e prato fino a Sella Pleccia. Muovendosi verso il bosco si intravede una traccia che da prato diventa fondo di aghi, radici e pietre, interrotto da alcuni canali d'acqua nella prima parte e rallentato da fonti fangose in seguito, ma sempre piacevole e mai troppo pendente. Si tratta del vecchio sentiero che porta al Rif.Nordio, Si raggiunge la strada che scende la valle Pleccia e si congiunge alla valle d'Uque e al primo guado a dx si sale in direzione Rif.Gortani, su carrareccia mai troppo pendente. Gli ultimi metri sono su fondo asfaltato, si supera il rifugio e alla prima a dx verso Malga Priu Via Alta, di cui si imbocca il sentiero che scende subito a sx. In breve si sbocca su asfalto, in discesa a sx e subito a dx su sterrato, si oltrepassa il ponte e si sale un po' più ripidamente ma senza soffrire a lungo fino a Malga Priu. Meraviglia alla vista la piccola conca in cui è collocata e le case sospese sugli alberi di forma ovulare. Per scendere sul sentiero è necessario tansitare nel recinto degli Highlander e oltrepassare un cancello, poi bosco e divertimento assoluto con uno dei sentieri più fluidi della zona. Al bivio si svolta a sx in direzione Ugovizza, mentre dritti si percorrerebbe il sentiero panoramico per raggiungere la stessa meta. Si continua in fluidità con tornanti larghi e fondo solo a tratti sconnesso. Raggiunta Ugovizza si risale lungo la ciclovia Alpe Adria.

lunedì 27 luglio 2020

Ampezzo - Forni di Sotto - Forca Zauf - Monte Priva - Monte Brutto Passo - Forcella Montouf - Passo Pura

25-07-2020
Km 35 - Asfalto 30% - Sterrato 70%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo; Dislivello 1700m
Giro cicloalpinistico estremamente panoramico ed impegnativo con salita su asfalto fino a Forni di Sotto, salita su sterrato sulla mulattiera fino al termine della stessa e poi a spinta su sentiero fino a Forca Zauf, poi parzialmente in sella in cresta fino a Monte Brutto Passo e discesa con alcune risalite su sentiero fino al Passo Pura, ultima discesa su sentiero molto scorrevole fino al parcheggio.
Si parte dal parcheggio presso l'albergo Pura e si risale la SS52 verso Cima Corso e dopo aver scollinato si scende fino in prossimità della galleria; sulla sx si prende la vecchia strada per Forni di Sotto chiusa al traffico (un paio di aggiramenti) e si esce sulla statale poco prima del centro abitato. Attraversato quest'ultimo, sulla destra si imbocca la strada per il cimitero e, seguendo le indicazioni "Falesie" incomincia la salita che da lì a presto abbandona il tratto asfaltato. La carrareccia contrassegnata dal segnavia CAI 214 si inerpica con pendenze importanti fino ai fienili Preson, diventando solo successivamente più abbordabile con pendenze attorno al 10%. Giunti a quota 1.950, poco prima del termine della carrareccia, sulla sinistra si prende la traccia di sentiero non segnalata ma ben battuta che risale il p.sso Zauf. Con bici in spalla o a spinta si scollina a m. 2.032 prima di scendere al passo ed iniziare la traversata in cresta con brevi risalite in un contesto alpino meraviglioso. Si attraversa il Monte Priva, il Brutto Passo fino a giungere alla forcella Montouf. Da qui si scende lungo il sentiero CAI 215 (sent. Tiziana Weiss), completamente ciclabile anche se la difficoltà tecnica aumenta leggermente (S2). Passando sotto le maestose pareti del M.te Tinisia, superata la c.ra Tintina si perviene al p.sso del Pura. Oltrepassato il rifugio Tita Piaz si scende sull'asfalto ignorando la prima stradina a destra che porta alla malga Pura ed imboccando subito dopo la seconda carrareccia dove si scorge subito sulla sx una marcata mulattiera che scende nel bosco. Il sentiero è privo di segnalazioni ma si presenta sin dall'inizio largo e ben marcato. Esce per un breve tratto sulla strada (20m.) per poi riprendere il sentiero che scende con comodi tornanti (single track S1/S2) fino a raggiungere la strada asfaltata che sale al Pura. Si scende un centinaio di metri fino a raggiungere il parcheggio. 



martedì 21 luglio 2020

Cleulis - C-ra Pramosio - Cima Avostanis - C.ra Pal Grande - CAI 402

18-07-2020
Km 22,5 - Asfalto 20% - Sterrato 80%,  Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo; Dislivello 1400m
Si parte dal parcheggio presso l'abitato di Cleulis di Timau in prossimità della salita con indicazione Casera Pramosio; la strada inizialmente è dolce e con una leggera pendenza e risulta completamente sterrata seppur in promiscuità con il traffico veicolare. La si percorre nel bosco per circa 7 km sbucando poi sulla piana della casera di Pramosio dopo 700 m. di dislivello; un po' di riposo prima di riprendere la seconda parte della salita, che ci porta al lago di Avostanis con pendenze molto forti, su cemento, ciottolato, strada bianca, qualche pezzo a spinta dove la pendenza e la strada dissestata non permettono di stare in sella (5-10 minuti a spinta); giunti alla casera Pramosio Alta con vista sullo splendido laghetto e la bella parete per gli arrampicatori, bici in spalla per circa 30min fino alla forca tra monte Avostanis e Creta di Timau (seguire indicazioni CAI 402) a quota 2060; abbandonata la bici si prosegue a piedi per raggiungere la cima dell'Avostanis, in 13 min di cammino per godere del panorama unico e spettacolare a 360°.  Una volta scesi ci si prepara per la discesa inizialmente molto tecnica S3 con tratti S2 ed alcuni tratti a spinta tra le pietre di una vecchia frana, poi un piccolo tratto dolce fino al raggiungimento della C.ra Pal Grande di Sopra per scendere poi ad un ricovero di guerra, e poi si riparte con una discesa impegnativa, sempre s3 con piccoli tratti s2 fino ad un bivio dove si scende a sx attraversando un ponticello di legno; si scende lungo il torrente Rio Gaier tra un percorso acciottolato e pendente nella prima parte per poi diventare veloce e scorrevole in gran parte del fondo in ciottolato di una vecchia mulattiera di guerra senza comunque mai riposare, poi al bivio laghetti svoltiamo verso Timau, piccola risalita a spinta 5 min circa.. e poi giù fino a Timau con un divertente single track in S2. Sbucati sulla statale a Timau si prosegue fino al parcheggio.

lunedì 13 luglio 2020

Basovizza - Lokev - Dolnje Lezece - Monte Auremiano (Vremščica) - Torrente Reka - Matavun

11-07-2020
51km  - Asfalto 20% - Sterrato 80%, Condizione fisica: medio impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 800m

Si parte dal parcheggio presso il valico di Sezana subito dopo Basovizza prendendo il sentiero che si stacca
dalla strada che sale a Monte Cocusso immediatamente dietro il casinò. Si percorre questo sentiero alternato 
a tratti di carrareccia fino a Lokev dove, attraversato il paese, si gira a dx per poi prendere a sx una stradina secondaria che porta verso Divaca non prima di aver attraversato un sottopasso ferroviario particolarmente impegnativo. Giunti sull'asfalto si attraversa statale e autostrada in direzione di Dolnje Lezece per poi svoltare a sx verso l'aerocampo. Si mantiene la direzione del percorso con indicazione Vremscica attraversando anche un campo di fieno e di nuovo la ferrovia. Inizia finalmente la salita al monte Auremiano con pendenze attorno all 8-9% e buon fondo. Dopo 4,0 km al bivio  si sale a destra in direzione delle cime e si esce dal bosco con lo sguardo che inizia a spaziare, la pendenza si smorza trasformandosi in leggera discesa prima di risalire bruscamente verso Bukov vrh prima ed infine, con una rampa dove la pendenza costringe a scendere di sella, 
verso Velika Vremscica (m.1.027). Dalla cima si prende il sentiero indicato come Magajonova pot che rimane come riferimento; il single track si snoda nel bosco con tratti di pietre carsiche che lo rendono tecnico. Si sbuca presso una malga-rifugio. Si prosegue lungo la carrareccia fino quasi al bivio precedente dove si risale a sx verso le cime fino ad arrivare al bivio segnalato dai cartelli. Da lì si prende in discesa il Magajnova Pot che attraversa la strada fino a giungere alla ferrovia, la si attraversa e si prosegue su sentiero fino a Famlje. Giunti al paese si prosegue su asfalto verso Vremski Britof per poi scendere al torrente Reka. Da qui si intraprende un tortuoso percorso lungo la sponda destra del torrente che porta nella sua gola; dopo il primo tratto ciclabile inizia la parte di portage dove dei tornanti scalinati consentono di recuperare improvvisamente quota e risalire al rudere del castello di Skolj; dal castello un sentiero insidioso riporta giù al torrente da dove un tratto ciclabile con salita finale porta prima a Betanja e poi a Skocjan riprendendo l'asfalto a Matavun che si segue per arrivare a Lokev (pausa pranzo Gostilna Prunk). Infine per strada e per sentierino finale si rientra in Italia.