25/01/2020
31 km - asfalto 60% - sterrato/sentieri 40%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: medio-impegnativo. Dislivello 1200 m.
Persorso in salita su asfalto su strada poco trafficata, ultimo tratto di salita su sentiero per giungere alla malga e discesa lungo vari sentieri del bosco del Cansiglio.
Si parte dal centro di Caneva risalendo la strada che passa dietro l'omonimo castello; si gira a sx e si inizia a pedalare sulla SP.61 che porta in Cansiglio; la strada non risulta particolarmente trafficata e sale con una pendenza costante fino al km 12,50 dove si abbandona la strada per salire a dx verso il Casello della Guardia. Da questo punto si abbandona la strada per salire su una forestale che presto si trasforma in sentiero quasi tutto pedalabile fino a giungere al pianoro erboso della malga a quota 1.209 m. Si scende lungo la carrareccia a destra della malga per abbandonarla subito dopo su un sentiero che si percorre in free ride fino a sbucare sulla carrareccia per prendere poi un altro sentiero a sinistra che sbuca sulla carrareccia per malga Brusada. Si risale la carrareccia e, superato il Casello della Guardia, a sx si stacca un altro sentiero che sbuca sulla provinciale percorsa in salita. Questi tre sentieri sono molto tecnicamente semplici su bosco coperto da foglie (S1). Risaliti di nuovo a quota 980, si abbandona la strada scendendo a sx e dopo 700m si nota il cartello di inizio del Gallo Matto DH, un breve down hill di 200 metri; si risale sulla strada per prendere il Saltapicchio MTB per poi risalire sulla strada asfaltata verso il Parco dei Carbonai; si lascia la strada a sx risalendo il sentiero 1061 Pagnoca fino a casera Col Alt per poi scendere lungo la variante Lama Longa fino allo Spigolon e poi proseguire lungo il sentiero 1060a (in parte su alveo di torrente) fino a Valbona (tratti di S2). Giunti sulla strada si prosegue a sx per 300 metri per poi prendere la variante Valbona che introduce al singletrail "Militari + parte finale FR". Sbucati su via Pedemontana si raggiunge il punto di partenza passando per qualche vigneto.
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giovedì 30 gennaio 2020
martedì 14 gennaio 2020
Podnanos (Ajdovscina) - Monte Nanos - Classic trail
11-01-2020
26 km - Asfalto 50% - Sterrato 50%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1150m
Percorso in salita su asfalto molto panoramico con pendenza media fino al primo rifugio, poi con pendenza via via maggiore tra i prati sferzati da raffiche di bora e alcune zone boschive più riparate fino in coma al Monte Nanos. Meraviglioso e panoramico percorso in cresta e discesa su sentieri quasi totalmente ciclabili, anche se affollati da escursionisti anche fuori stagione.
Si parte dal paese di Podnanos da cui si sale lungo la principale in asfalto con direzione Nanos, pendenza attorno al 10% con respiri e panorama che spazia fino a Trieste, molto suggestivo. Si arriva in breve al primo rifugio, oltre il quale si continua a salire su asfalto più stretto e sempre più pendente, alternato ad alcuni brevi tratti di sterrato e frequenti rampe in cemento. Il paesaggio varia da prati sferzati dalla bora, in cui non possono crescere alberi o arbusti, e tratti di bosco ove il versante della montagna è più protettivo. Fatica ben ripagata dall'ambiente circostante, che termina in cima al Monte Nanos, dove le antenne ululano a causa del vento e un rifugio con annesso spogliatoio possono permettere una breve sosta. Si procede in salita pochi metri e si sbuca su prato su un sentiero che percorre in discesa la cresta. Spettacolare per panorama e ciclabilità, nonostante le rocce mobili che a volte sono molto insidiose. E'necessario fare attenzione agli escursionisti, sempre in buon numero anche fuori stagione, ma lo spazio è abbondante e i fuori pista su erba sono altrettanto divertenti. Si giunge velocemente alla chiesetta, dalla quale si scende lungo il sentiero a sx, che prosegue su fondo simile al precedente, con molte varianti da porter scegliere, tra rocce e prato, ognuna con le proprie insidie, ma tutte piuttosto scorrevoli. Ultimo tratto nel bosco e si giunge al rifugio laciato all'andata. Di fronte scende un sentiero dapprima molto pendente e poi scorrevole nel bosco, ancora molto panoramico nel primo tratto, molto veloce con fondo un po' più compatto e con alcuni tornanti larghi. Si giunge in breve all'asfalto dell'andata, si imbocca il sentiero che scende a sx contrassegnato con freccia bianca e scritta TEK, che taglia in modo scorrevole un tratto di strada, poi si prosegue su asfalto fino al successivo tornante che si taglia dritto su sterrato e, dopo 20mm circa, a sx su sentiero dapprima scorrevole e compatto e poi più roccioso e dissestato, in canale. Si finisce su una sterrata che si percorre in discesa, si oltrepassa l'autostrada e, alla successiva sterrata a si sale ripidi, la carrareccia si riduce a sentiero e in cima alla collina si prende il sentiero a dx in discesa, ultimo divertimento prima di entrare a Podnanos.
26 km - Asfalto 50% - Sterrato 50%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1150m
Percorso in salita su asfalto molto panoramico con pendenza media fino al primo rifugio, poi con pendenza via via maggiore tra i prati sferzati da raffiche di bora e alcune zone boschive più riparate fino in coma al Monte Nanos. Meraviglioso e panoramico percorso in cresta e discesa su sentieri quasi totalmente ciclabili, anche se affollati da escursionisti anche fuori stagione.
Si parte dal paese di Podnanos da cui si sale lungo la principale in asfalto con direzione Nanos, pendenza attorno al 10% con respiri e panorama che spazia fino a Trieste, molto suggestivo. Si arriva in breve al primo rifugio, oltre il quale si continua a salire su asfalto più stretto e sempre più pendente, alternato ad alcuni brevi tratti di sterrato e frequenti rampe in cemento. Il paesaggio varia da prati sferzati dalla bora, in cui non possono crescere alberi o arbusti, e tratti di bosco ove il versante della montagna è più protettivo. Fatica ben ripagata dall'ambiente circostante, che termina in cima al Monte Nanos, dove le antenne ululano a causa del vento e un rifugio con annesso spogliatoio possono permettere una breve sosta. Si procede in salita pochi metri e si sbuca su prato su un sentiero che percorre in discesa la cresta. Spettacolare per panorama e ciclabilità, nonostante le rocce mobili che a volte sono molto insidiose. E'necessario fare attenzione agli escursionisti, sempre in buon numero anche fuori stagione, ma lo spazio è abbondante e i fuori pista su erba sono altrettanto divertenti. Si giunge velocemente alla chiesetta, dalla quale si scende lungo il sentiero a sx, che prosegue su fondo simile al precedente, con molte varianti da porter scegliere, tra rocce e prato, ognuna con le proprie insidie, ma tutte piuttosto scorrevoli. Ultimo tratto nel bosco e si giunge al rifugio laciato all'andata. Di fronte scende un sentiero dapprima molto pendente e poi scorrevole nel bosco, ancora molto panoramico nel primo tratto, molto veloce con fondo un po' più compatto e con alcuni tornanti larghi. Si giunge in breve all'asfalto dell'andata, si imbocca il sentiero che scende a sx contrassegnato con freccia bianca e scritta TEK, che taglia in modo scorrevole un tratto di strada, poi si prosegue su asfalto fino al successivo tornante che si taglia dritto su sterrato e, dopo 20mm circa, a sx su sentiero dapprima scorrevole e compatto e poi più roccioso e dissestato, in canale. Si finisce su una sterrata che si percorre in discesa, si oltrepassa l'autostrada e, alla successiva sterrata a si sale ripidi, la carrareccia si riduce a sentiero e in cima alla collina si prende il sentiero a dx in discesa, ultimo divertimento prima di entrare a Podnanos.
giovedì 9 gennaio 2020
Solkan - Monte Sabotino - CAI690 - Sveta Gora - sent. Steza po sredi
04-01-2020
25 km - Asfalto 50% - Sterrato 50%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: impegnativo. Dislivello 1300m
Itinerario che sale su asfalto sul Monte Sabotino e, dopo il rifugio, su sentiero in cresta fino alla chiesetta sulla cima a Sud-Est, in discesa su sentiero impegnativo fino a Solkan, di nuovo salita su asfalto fino al santuario del Monte Santo (Sveta Gora) e di nuovo in discesa su sentiero impegnativo.
Si parte da Solkan, park accanto al ponte, si imbocca il ponte e si segue il rettilineo in saliscendi fino poco oltre il secondo viadotto, in cui a sx si incontra un portone non bloccato con lucchetto, superato il quale si sale su asfalto e si passa sul viadotto, proseguendo in salita sulla strada militare asfaltata e molto ripida, con alcuni respiri, fino al 5°tornante, in cui si prosegue dritto su sterrato brevemente per raggiungere la principale strada asfaltata che sale al rifugio. Da qui si sale sul sentiero subito a dx verso la cima, dopo la quale si prosegue in cresta, quasi tutto ciclabile e straordinariamente panoramico, ma molto esposto, in saliscendi fino ai ruderi della chiesetta di San Valentino in cima Sud-Est. Si scende proseguendo lungo il sentiero in discesa, per la prima parte impegnativo e ripido, con fondo roccioso, poi per circa 1/3 non ciclabile (troppo ripido su rocce) e di nuovo percorribile su ruote nell'ultima parte, divertente e tecnica, per poi attraversare nuovamente l'asfaltata principale su viadotto e, tramite un altro portone aperto, sulla strada dell'andata. Si scende fino al primo sentiero a dx che porta a Solkan, ciclabile solo nella parte centrale. Si riattraversa il ponte e, oltre il semaforo, si sale lungo l'asfalto principale di fronte verso lo Sveta Gora. La salita è a pendenza media nella prima parte e aumenta pendenza nell'ultima, vicino al santuario. Si prosegue oltre la chiesa, si oltrepassa il cimitero e si scende a sx lungo il sentiero. Ciclabile nel primo tratto, da quando attraversa il ghiaione non è più percorribile per metà circa (troppo ripido su fondo instabile), per poi deviare e diventare divertente, tra gli alberi di un bosco roccioso non troppo fitto. Si giunge al torrente (ridotto a rigagnolo) che si guada per incontrare dopo poco sterrato l'asfalto che risale da Dol alla rotonda, in cui si imbocca la sterrata a sx verso Solkan che diventa sentiero quasi rettilineo su erba, molto veloce anche se un po' dissestato. Pochi metri di asfalto per raggiungere il park.
25 km - Asfalto 50% - Sterrato 50%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: impegnativo. Dislivello 1300m
Itinerario che sale su asfalto sul Monte Sabotino e, dopo il rifugio, su sentiero in cresta fino alla chiesetta sulla cima a Sud-Est, in discesa su sentiero impegnativo fino a Solkan, di nuovo salita su asfalto fino al santuario del Monte Santo (Sveta Gora) e di nuovo in discesa su sentiero impegnativo.
Si parte da Solkan, park accanto al ponte, si imbocca il ponte e si segue il rettilineo in saliscendi fino poco oltre il secondo viadotto, in cui a sx si incontra un portone non bloccato con lucchetto, superato il quale si sale su asfalto e si passa sul viadotto, proseguendo in salita sulla strada militare asfaltata e molto ripida, con alcuni respiri, fino al 5°tornante, in cui si prosegue dritto su sterrato brevemente per raggiungere la principale strada asfaltata che sale al rifugio. Da qui si sale sul sentiero subito a dx verso la cima, dopo la quale si prosegue in cresta, quasi tutto ciclabile e straordinariamente panoramico, ma molto esposto, in saliscendi fino ai ruderi della chiesetta di San Valentino in cima Sud-Est. Si scende proseguendo lungo il sentiero in discesa, per la prima parte impegnativo e ripido, con fondo roccioso, poi per circa 1/3 non ciclabile (troppo ripido su rocce) e di nuovo percorribile su ruote nell'ultima parte, divertente e tecnica, per poi attraversare nuovamente l'asfaltata principale su viadotto e, tramite un altro portone aperto, sulla strada dell'andata. Si scende fino al primo sentiero a dx che porta a Solkan, ciclabile solo nella parte centrale. Si riattraversa il ponte e, oltre il semaforo, si sale lungo l'asfalto principale di fronte verso lo Sveta Gora. La salita è a pendenza media nella prima parte e aumenta pendenza nell'ultima, vicino al santuario. Si prosegue oltre la chiesa, si oltrepassa il cimitero e si scende a sx lungo il sentiero. Ciclabile nel primo tratto, da quando attraversa il ghiaione non è più percorribile per metà circa (troppo ripido su fondo instabile), per poi deviare e diventare divertente, tra gli alberi di un bosco roccioso non troppo fitto. Si giunge al torrente (ridotto a rigagnolo) che si guada per incontrare dopo poco sterrato l'asfalto che risale da Dol alla rotonda, in cui si imbocca la sterrata a sx verso Solkan che diventa sentiero quasi rettilineo su erba, molto veloce anche se un po' dissestato. Pochi metri di asfalto per raggiungere il park.
sabato 4 gennaio 2020
Stupizza - Loch - Montefosca - Monte Vogu, - Sent.744 e 735
24-12-2019
23km - Asfalto 40% - Sterrato 60%, Condizione fisica: medio impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1000m
L'itinerario ha inizio da Stupizza dove, all’altezza della fermata dell’autobus, c’è un ampio spiazzo sterrato. Si inizia a pedalare sulla statale in direzione Cividale.
Si arriva alla frazione di Loch dove si gira a dx seguendo le indicazioni Montefosca. Passato il ponte sul Natisone si prosegue mantenendosi a dx. Inizia la salita su asfalto che si mantiene costante e mai impegnativa. Si passa Erbezzo e, al tornante, si lascia la strada principale e si continua dritti seguendo le indicazioni Goregnavas.
Si oltrepassano le abitazioni e, proseguendo dritti, inizia lo sterrato contraddistinto dal segnale di divieto di transito.
Molto bella la mulattiera dall’ottimo fondo che inizialmente procede in piano in posizione panoramica. Entra poi nel bosco proseguendo con alcuni saliscendi mai impegnativi.
Si attraversa un ponticello, si intravedono le case ed inizia la salita verso il paese di Montefosca. Al monumento dei caduti si prosegue dritti fra le case.
Continuando oltre, poco avanti la strada fa un tornante a sinistra e proprio all’altezza di questa curva si noterà sulla destra l’inizio del sentiero che porta a Stupizza che verrà percorso al rientro. L’imbocco è evidenziato da segni bianco rossi su una pietra. Procediamo la salita su asfalto fino in prossimità del crocifisso dove a dx si imbocca la strada bianca. La carrareccia a tratti sconnessa e sassosa dopo alcuni tornanti giunge ad un bivio dove tenendo la destra si raggiunge il punto altimetrico più elevato (1093m). La cima della montagna si può raggiungere a piedi ma non è un punto molto panoramico causa gli alberi. Si torna indietro sullo stesso itinerario utilizzato fino ad incontrare al km 21 sulla sx il sentiero cai 744 che ci permette di giungere sulla strada asfaltata, attraversarla e scendere a Paceida. Ritornati a Montefosca, si raggiunge il tornate dove parte il sentiero 735 (Alta Via Valli del Natisone). Si tratta di una discesa molto difficile per la pendenza, per il fondo roccioso e lastricato ed infine per alcuni tratti esposti. Il sentiero in condizioni di umido/bagnato diventa pericoloso. Dopo aver attraverso il fiume Natisone su di un ponticello in legno si giunge al parcheggio di Stupizza.
23km - Asfalto 40% - Sterrato 60%, Condizione fisica: medio impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1000m
L'itinerario ha inizio da Stupizza dove, all’altezza della fermata dell’autobus, c’è un ampio spiazzo sterrato. Si inizia a pedalare sulla statale in direzione Cividale.
Si arriva alla frazione di Loch dove si gira a dx seguendo le indicazioni Montefosca. Passato il ponte sul Natisone si prosegue mantenendosi a dx. Inizia la salita su asfalto che si mantiene costante e mai impegnativa. Si passa Erbezzo e, al tornante, si lascia la strada principale e si continua dritti seguendo le indicazioni Goregnavas.
Si oltrepassano le abitazioni e, proseguendo dritti, inizia lo sterrato contraddistinto dal segnale di divieto di transito.
Molto bella la mulattiera dall’ottimo fondo che inizialmente procede in piano in posizione panoramica. Entra poi nel bosco proseguendo con alcuni saliscendi mai impegnativi.
Si attraversa un ponticello, si intravedono le case ed inizia la salita verso il paese di Montefosca. Al monumento dei caduti si prosegue dritti fra le case.
Continuando oltre, poco avanti la strada fa un tornante a sinistra e proprio all’altezza di questa curva si noterà sulla destra l’inizio del sentiero che porta a Stupizza che verrà percorso al rientro. L’imbocco è evidenziato da segni bianco rossi su una pietra. Procediamo la salita su asfalto fino in prossimità del crocifisso dove a dx si imbocca la strada bianca. La carrareccia a tratti sconnessa e sassosa dopo alcuni tornanti giunge ad un bivio dove tenendo la destra si raggiunge il punto altimetrico più elevato (1093m). La cima della montagna si può raggiungere a piedi ma non è un punto molto panoramico causa gli alberi. Si torna indietro sullo stesso itinerario utilizzato fino ad incontrare al km 21 sulla sx il sentiero cai 744 che ci permette di giungere sulla strada asfaltata, attraversarla e scendere a Paceida. Ritornati a Montefosca, si raggiunge il tornate dove parte il sentiero 735 (Alta Via Valli del Natisone). Si tratta di una discesa molto difficile per la pendenza, per il fondo roccioso e lastricato ed infine per alcuni tratti esposti. Il sentiero in condizioni di umido/bagnato diventa pericoloso. Dopo aver attraverso il fiume Natisone su di un ponticello in legno si giunge al parcheggio di Stupizza.
Moggio Udinese - Val Alba - Rifugio Vualt - Forcella Vualt CAI425 - Dordolla - Virgulins - Sent. Grauzaria
28-12-2019
23 km - Asfalto 60% - Sterrato 40%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1200m
Itinerario che sale su asfalto e solo l'ultima parte sterrato compatto fino al rifugio Vualt, poi sentiero in salita ciclabile con alterne difficoltà fino alla forcella e discesa sul lungo sentiero che porta a Dordolla, per poi risalire su sentiero (non tutto ciclabile) a Virgulins e ridiscendere su asfalto e sentiero fino alla principale in asfalto per Moggio.
Si parte da Moggio U. e si risale sull'asfalto fino all'incrocio per Virgulins a dx, si sale ancora su asfalto con punti panoramici molto suggestivi, si svolta a dx due volte in direzione Val Alba, con pendenza a tratti impegnativa. Dopo il park nei pressi del rifugio la strada sale sterrata con fondo compatto e nell'ultimo tratto aumenta la pendenza. Dopo una breve sosta con vista sulla Val Alba si sale a fianco del rifugio Vualt verso l'omonima Forcella lungo il sentiero CAI425, ciclabile a fatica nel primo e ultimo terzo, a piedi nella parte centrale perchè troppo pendente e dissestata. Dalla forcella si scende sul largo sentiero che porta verso Dordolla, sempre contrassegnato bianco-rosso e frequentato da bici. A parte alcuni tratti impegnativi sul lato tecnico è molto scorrevole e piacevole, con pendenze mai eccessive. Si alterna fondo in terra e roccioso fino al paese, in cui si può subito seguire l'indicazione contraria "MTB Dordolla", che porta su un sentiero che attraversa due torrenti su ponti e passerelle e porta in salita a Virgulins, per l'ultimo tratto a piedi per l'eccessiva perndenza. Si riguadagna l'asfalto e si scende fino al primo tornante di Pradis, dopo il quale si svolta a sx su altro sentiero breve che affianca la strada e porta alla passerella che passa il fiume. Da qui asfalto in discesa fino a Moggio.
23 km - Asfalto 60% - Sterrato 40%, Condizione fisica: impegnativo. Difficoltà tecnica: medio impegnativo. Dislivello 1200m
Itinerario che sale su asfalto e solo l'ultima parte sterrato compatto fino al rifugio Vualt, poi sentiero in salita ciclabile con alterne difficoltà fino alla forcella e discesa sul lungo sentiero che porta a Dordolla, per poi risalire su sentiero (non tutto ciclabile) a Virgulins e ridiscendere su asfalto e sentiero fino alla principale in asfalto per Moggio.
Si parte da Moggio U. e si risale sull'asfalto fino all'incrocio per Virgulins a dx, si sale ancora su asfalto con punti panoramici molto suggestivi, si svolta a dx due volte in direzione Val Alba, con pendenza a tratti impegnativa. Dopo il park nei pressi del rifugio la strada sale sterrata con fondo compatto e nell'ultimo tratto aumenta la pendenza. Dopo una breve sosta con vista sulla Val Alba si sale a fianco del rifugio Vualt verso l'omonima Forcella lungo il sentiero CAI425, ciclabile a fatica nel primo e ultimo terzo, a piedi nella parte centrale perchè troppo pendente e dissestata. Dalla forcella si scende sul largo sentiero che porta verso Dordolla, sempre contrassegnato bianco-rosso e frequentato da bici. A parte alcuni tratti impegnativi sul lato tecnico è molto scorrevole e piacevole, con pendenze mai eccessive. Si alterna fondo in terra e roccioso fino al paese, in cui si può subito seguire l'indicazione contraria "MTB Dordolla", che porta su un sentiero che attraversa due torrenti su ponti e passerelle e porta in salita a Virgulins, per l'ultimo tratto a piedi per l'eccessiva perndenza. Si riguadagna l'asfalto e si scende fino al primo tornante di Pradis, dopo il quale si svolta a sx su altro sentiero breve che affianca la strada e porta alla passerella che passa il fiume. Da qui asfalto in discesa fino a Moggio.
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