sabato 26 giugno 2021

Tarvisio - Rif.Zacchi - Porticina - CAI512

26-06-21
30km - 30% asfalto (ciclabile)-20% sterrato-50% sentieri. Dislivello 1200 m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo.
Percorso cicloaplinistico con salita tra sterrate e sentiero, dal Rif.Zacchi per la maggior parte non ciclabile fino alla Porticina, discesa su sentiero di media difficoltà fino al Lago Inferiore di Fusine, ritorno su ciclabile.
Si parte dalla stazione Boscoverde a Tarvisio, si percorre un tratto di ciclabile F1A in direzione SLO e al primo incrocio si sale a dx verso Aclete, si prosegue su rampe cementate ripide nel bosco, per poi diminuire in pendenza su sterrato. Tutto il percorso è in ombra fino ai prati di Alpe del Lago, dove sembra di vivere in un dipinto, con le rocciose alpi di fronte e il Lago Superiore di Fusine dietro. Si svolta a sx e si intercetta in breve la salita al Rif. Zacchi, carrareccia larga e molto battuta, con pendenze medie in aumento verso la fine. Al rifugio si imbraccia la bici per l'attacco del sentiero CAI512, a gradini nei primi metri. A tratti risulta pedalabile con molta fatica, ma i gradini sono sparpagliati lungo tutto il percorso, sempre in ombra nel bosco e semplice, nonostante la pendenza. Si possono sfruttare alcuni punti panoramici per riposare e godere della vista sui laghi e si giunge ad un incrocio in cui a sx si scende a Fusine e a dx si sale alla Porticina (CAI512a). Si affronta a piedi la salita alla ex-frontiera con la SLO, con la possibilità piuttosto faticosa di portare la bici ancora per 2/3 della salita molto scalinata, tranne gli ultimi metri verticali su roccia. La vista dalla Porticina è notevole su entrambi i lati, nuda roccia e ghiaioni. Si ridiscende, in bici è piuttosto impegnativo per il fondo cedevole e i numerosi gradini di varie dimensioni. Dal bivio lasciato precedentemente si scende verso il Lago Inferiore di Fusine, con subito una salita ripida e una serie di passaggi in ferrata esposti su ghiaione (cavi comunque molto sicuri) per poco più di un centinaio di metri. Da uno spiazzo con una radura inizia la vera discesa, piuttosto fluida nel bosco, con alcuni tornanti stretti e passaggi molto ripidi, ma con il fondo asciutto affrontabili in sicurezza. Alcuni punti panoramici interrompono la picchiata che diminuisce di pendenza ma aumenta in velocità di percorrenza nell'ultimo tratto prima di raggiungere la strada nei pressi del Lago. Breve sosta dovuta per lo meno al cartello "welcome bikers" finalmente rivolto ai ciclisi e si scende imboccando la ciclabile proveniente da Ratece, così quasi senza pedalare si raggiunge Tarvisio Boscoverde

sabato 19 giugno 2021

Fadalto - Nevegal - Col visentin - M.te Faverghera - CAI950

19-06-21
35km - 40% asfalto-20% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1300 m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo.
Percorso con un breve tratto nel traffico a valle, una singola salita da Fadalto a Nevegal e sterrata accanto alla cresta fino al Col Visentin, ritorno lungo un meraviglioso sentiero in cresta fino al Monte Faverghera e discesa su sentiero di media difficoltà tra prati e bosco fino a valle.
Si parte da un park oltre Fadalto, si percorre la statale lungo il lago per circa 5km per salire su una stretta asfaltata a sx verso Cornolade, poco trafficata ma non deserta, che porta con medie pendenze a Nevegal, da cui si sale ancora verso i rifugi, sempre su asfalto. Le pendenze aumentano di poco ma l'ombra degli alberi permette di raggiungere il primo, la Casera, senza troppa fatica. Si prosegue in salita senza più ombra lungo alcune ripide cementate alternate da tratti in sterrato, seguite da un leggero saliscendi che termina con la salita al Col Visentin, il punto più alto. Dopo una breve sosta si scende lungo il sentiero in cresta a dx del rifugio, incrocia la strada e risale in cresta con alcuni tratti pedalabili e altri meno alternati a discese mozzafiato con panorama a 360°. Si sale e scende fino al Monte Faverghera da cui si intercetta il CAI950; si può salire alle antenne per imboccarlo dall'inizio o percorrere il pendio lateralmente per incrociarlo più a valle e proseguire in leggero saliscendi per poche centinaia di metri, per poi iniziare la discesa che continua fino a valle. Il primo tratto è un lungo zig-zag su fondo erboso con traccia in alcuni tratti in terra scavato con alcune pietre mobili, poi entra nel bosco piuttosto fitto e diventa più tecnico, sia per il fondo che per la pendenza, ancora con tornanti e leggeri saliscendi, con traccia larga in terra. Più si scende di quota e più aumentano, ad oggi, il numero degli schianti di alberi e la vegetazione fitta che ingombra il sentiero, comunque percorribile con brevi soste. Si attraversa una carrareccia e si percorre un breve tratto in leggero saliscendi, si sbuca su un'altra carrareccia, si scende a dx per imboccare il primo sentiero a dx oltre un dosso (dopo circa 500m di sterrato), molto più fluido e veloce, ma con fondo a tratti insidioso, che porta velocemente all'asfalto nei pressi di Lastra. Ritorno su asfalto nel traffico.


venerdì 18 giugno 2021

Muggia - Koper - Izola - Pirano - Portorose - S.Lucia - Sicciole - Corte - S.Donato - Salara - Parenzana parziale

18-06-21
85km - 70% asfalto (e ciclabili) -20% sterrato-10% sentieri. Dislivello 1100 m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: medio impegnativo.
Percorso con alcune velleità da trail in parte su ciclabile, in parte su asfalto secondario, tratti su sterrato e sentiero all'andata fino alla frontiera Croata, ritorno nell'entroterra tra asfalto secondario (a tratti molto ripido) e alcuni sentieri, per poi riguadagnare la Parenzana nei pressi di Koper e seguirla fino a Muggia. 
Si parte da Muggia, ottimo il park a dx prima del cavalcavia che super il centro, si attraversa la cittadina sfruttando il più possibile marciapiedi prima del centro e le banchine del molo dopo la strettoia, per poi riguadagnare la strada e a tratti la ciclabile affiancata fino nei pressi di Punta Sottile, da cui si rimane sull'asfalto fino a Punta Grossa, ma ormai fuori dal traffico cittadino. Pittoresca divagazione tra i vigneti di Punta Grossa, a picco sul mare, per poi tornare sulla strada, superare Ancarano e oltre per circa 1,5km fino al cartello in corrispondenza della stradina a dx che scende verso il porto. Si seguono d'ora in poi i cartelli della ciclabile, che affianca la grande strada e i viadotti affacciati sul porto commerciale fino alla prima rotonda di Koper. Si entra in città puntando al centro o scegliendo una qualsiasi delle ciclabili che la percorrono, per giungere alla banchina del porto civile, con i chioschetti e i tavoli dei bar. Si può percorrere pochi metri per poi uscire seguendo le ciclabili (bellissime, con ponticelli e strutture dedicate) in direzione Izola. Si imbocca accanto alla spiaggia la famosa ciclabile attrezzata che prosegue fino a Izola, in cui si abbandona la svolta a sx della Parenzana (D8) prendendo la via a dx ed entrando alla prima a dx verso il centro della cittadina. Breve salita seguita dalla discesa tra le viuzze e si ritrova il mare e le banchine del porto civile, che si seguono il più possibile fino ad un campeggio dal quale è necessario uscire sulla strada in salita verso il punto panoramico, ma il traffico dura poco prendendo la strada dritta e salendo a dx verso il successivo campeggio che si attraversa salendo ancora tra gli ulivi. Al primo incrocio con una sterrata si svolta a dx seguendo l'indicazione per Strunjan e si scende su dissestata sassosa carrareccia piuttosto tecnica, seguita da breve discesa su asfalto, che si abbandona per il primo sentiero segnalato a dx (con pali dissuasori per bici, da evitare in presenza di pedoni), molto divertente e panoramico, quasi a picco sul mare, in saliscendi. Dopo l'ultimo punto panoramico si scende decisamente a sx su sentiero tecnico e ripido, con alcuni tratti a scalini. Ultimo tratto su stradina ripida e si raggiungono le Terme, da cui si esce e si punta alla punta che chiude la Riserva naturale. Dal ponticello scalinato alla strada dall'altra parte è necessario portare la bici a mano, poi si riprende a dx con una breve salita asfaltata che si abbandona al primo tornante a sx in cui si imbocca il sentiero tabellato, divertente e facile in saliscendi, si riprende l'asfalto secondario a Paciug e si scende a picco (sempre su asfalto) verso Fiesa, si supera la spiaggia e, se non ci sono troppi pedoni o bagnanti, si procede sul sentiero in cemento fino al punto più alto di Pirano. Si scende verso la banchina e ci si gode il paesino chicca della costa Slovena. Si procede su asfalto nel traffico fino al secondo park in cui la ciclabile svolta a dx e segue la costa fino a Portorose. Si percorre la ciclabile fino oltre il centro e si svolta a dx (D8) verso S.Lucia costeggiando il vecchio porto e poi a sx attorno alle saline. 
Allo sbocco a Sicciole inizia il ritorno (causa della maggior parte del dislivello), si sale lievemente, la prima sx e poi la prima a dx in salita ripida (tratti al 20%) verso Parezzago tra le vigne, si continua a salire con tratti ripidi fino a Corte e al primo incrocio tra le case a dx, per poi scendere sulla sterrata a sx che diventa un largo sentiero con tratti molto sconnessi e sassosi in discesa ripida (alternativa al sentiero DH poco più avanti) e si risale rimanendo sulla principale (i sentieri sono stati distrutti dai nuovi vigneti costruiti ovunque) raggiungendo Limignano tra salite ripide e discese. Dalla zona di Baredi il saliscendi è meno violento e poco prima dell'abitato di Pacot si scende a sx su una sterrata che diventa largo sentiero pietroso e molto dissestato, tecnico e ripido. Si raggiunge Salara nei pressi della ciclabile D8 che si segue tra i vigneti e con ancora alcune salite per superare il promontorio che divide Koper da Muggia.

domenica 13 giugno 2021

Valbruna - Malga Rauna - Cappella Zita - CAI606 - Malga Strechizza - CAI608 - Forcella Nebria - Monte Nebria - CAI658 - Ugovizza

12/06/2021 
20km - 20% asfalto-40% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1150 m, Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo.
Percorso cicloalpinistico con due salite ripide e mosse su sterrato e sentieri in discesa, di cui il primo piuttosto fluido e il secondo molto tecnico ed esposto, ritorno su ciclabile.
Si parte da Valbruna e si scende fino alla prima sterrata a sx in direzione Malga Rauna, salita su sterrato mosso con pendenze importanti fino a Malga Rauna, con alcuni scorci verso le alture circostanti sono nell'ultima parte, nonostante non sia all'ombra degli alberi che la circondano. Dai pascoli della malga inizia quasi subito una breve salita a spinta nel bosco fino alla forcella oltre Cappella Zita e alla forcella con incrocio di sentieri inizia una piacevole discesa su sentiero veloce e piuttosto fluido (interrotto spesso ad oggi da diversi schianti piuttosto recenti) fino ad un prato che si apre all'improvviso che in freeride porta ad una sterrata in salita a dx che in breve giunge a Malga Strechizza, al centro di un piccolo pascolo. Il sentiero in saliscendi nel bosco porta con traccia bianco-rossa accanto ad un canale d'acqua che si lascia a sx e si rientra nel bosco per raggiungere il letto di un torrente che deve essere attraversato (oggi secco) e seguito per un centinaio di metri per poi rientrare nel bosco  su sentiero che scende comodo fino a Forcella Nebria. Si sale a dx su sterrata e alla prima a sx si risale su sterrato pietroso mosso a pendenza importante (ex strada militare) per circa 200 mdls, compreso pittoresco attraversamento di una breve galleria buia, fino ad un sentiero a un centinaio di metri dalla cima del Monte Nebria Est, con indicazione Cima Nebria a sx, si scende leggermente per risalire decisamente per circa 50mdsl da percorrere con bici in spalla, su sentiero molto ripido. Dalla cima del Monte Nebria  si prosegue per la successiva discesa su sentiero molto ripido ed esposto con molti tornanti strettissimi, prima su fondo pietroso e poi misto nel bosco fino al Fella nei pressi di Ugovizza. Per attraversare il fiume si rimane alti sulla sx fino al guado su ciottolato poco più a Sud. Ritorno su ciclabile.


martedì 8 giugno 2021

Erto - Casera Mela - Forcella Buscada - Landre del ledan - Casera Bedin di Sopra

05-06-2021
23km - 40% asfalto-20% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1250 m, Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo.
Si parte dal parcheggio di Erto presso la Bottega di Mauro Corona; si risale l'asfalto lungo la suggestiva val Zemola in un ambiente molto suggestivo. Le pendenze fino a Casera Mela non sono eccessive ed accompagnate dalle sculture lignee dell'artista. Da qui inizia lo sterrato mantenendo la forestale di sx (indicazione per rifugio Maniago) per abbandonarla dopo poco più di 1 km girando a sinistra. Da ora le pendenze si fanno importanti sempre superiori al 12% e, dopo aver attraversato una buia galleria, si scorge in lontananza il rifugio. Giunti alla sua prossimità proseguiamo a destra verso la cava e il suo museo archeologico industriale. Giunti alla cava risaliamo la strada inerbata trascurando il cartello del sentiero che sale a cima Palazza.
Inizia l'ultimo tratto di portage che ci conduce alla forcella Buscada (m. 1984) punto più alto dell'itinerario. Abbandonate le bici si scende puntando la cengia che ci conduce al Landre del Ledan, stupenda cavità naturale che si affaccia sul versante del Piave (attenzione alla discesa scoscesa e scivolosa da farsi solo con attrezzatura adeguata).
Risalita la forcella si riprende la bici per scendere lungo il sentiero di salita (S3) e poi lungo il breve single track che ci conduce al rifugio Buscada. Dal rifugio si riprende la carrareccia fino a dopo la galleria, dove, sulla sx si stacca il sentiero cai 381 che con dei continui saliscendi e l'attraversamento di un torrente ci porta a casera Bedin di sopra. Qui abbandoniamo il sentiero e prendiamo la traccia che si intravede di fronte alla casera che, con uno splendido single track su bosco (S2) ci conduce sulla carrareccia di salita; ancora qualche digressione free ride per raggiungere casera Ferrera e quindi casera Mela. Il ritorno avviene lungo la strada percorsa all'andata con una breve digressione finale per la visita di Erto vecchia.

giovedì 3 giugno 2021

Vittorio Veneto - Monte Pizzoc - CAI 980 e Alta via delle Dolomiti

29-05-2021

31km - 40% asfalto-20% sterrato-40% sentieri. Dislivello 1450 m, Condizione fisica: medio impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo (sentieri in discesa).
Percorso con salita su asfalto e sterrato a media pendenza e alcune rampe ripide in cemento fino alla cima del Monte Pizzoc, discesa su CAI980, a tratti pendente e tecnico, ultima parte su Alta Via delle Dolomiti, non ciclabile negli ultimi metri fino al santuario e poi tratto ciclabile su scalinata.
Si parte da Vittorio Veneto, si sale aggirando la Madonna della Salute su asfalto, attraversando i borghi di Colors e Breda (con alcune rampe cementate piuttosto ripide) e al Borgo dello Scalpellino si prosegue a dx, poi alle Briglie a dx lungo la sterrata che dopo un paio di km regala un piacevole panorama, per immergersi nella Foresta del Cansiglio, un giardino di faggi dall'innegabile fascino. Dopo 18km di salita, di cui gli ultimi a pendenza media, si giunge tra i pascoli alla cima del Monte Pizzoc, che sovrasta il rifugio Vittorio Veneto, che si raggiunge con un breve sentiero roccioso. Breve pausa per proseguire a Nord-ovest lungo un largo sentiero nell'erba con un paio di rampe in salita prima della discesa nei pressi di un piccolo monumento. Il fondo diventa subito roccioso con pietre mobili, diventando una sorta di stretto ghiaione tecnico ma molto divertente. Il fondo poi si compatta con terra e rocce più stabili e prosegue fino all'Agnellezza (un cartello un legno) con un bivio, in cui si prende la dx su sentiero in piano non molto marcato (facile sbagliare) e al successivo bivio a sx per scendere in direzione Vittorio Veneto. Al successivo bivio con sterrata a dx si prosegue dritti lungo l'Alta Via delle Dolomiti, per più di metà ciclabile ma a fatica (pendenza e fondo) e un'ultima parte troppo ripida e a gradoni. Si giunge al santuario di Santa Augusta, si aggira a dx il bar e si prosegue su largo sentiero in pedrade (fondo in sasso) con gruppi di gradini a ritmo costante, gradini con tornanti e strette gradinate finali, tutte ciclabili (con rispetto dei pedoni).