06-05-23
30 km – Asfalto 30% - Sterrato 40% - Sentieri 30%; Condizione fisica: impegnativo; Difficoltà tecnica: impegnativo; dislivello 1390m
Percorso cicloalpinistico con la salita e una parte della discesa in comune con il giro descritto qui. La parte successiva è su sterrati ripidi e sentieri molto più impegnativi.
Si parte dal paese di Podnanos da cui si sale lungo la principale in asfalto con direzione Nanos, pendenza attorno al 10% con respiri e panorama che spazia fino a Trieste, molto suggestivo. Si arriva in breve al primo rifugio, oltre il quale si continua a salire su asfalto più stretto e sempre più pendente, alternato ad alcuni brevi tratti di sterrato e frequenti rampe in cemento. Il paesaggio varia da prati sferzati dalla bora, in cui non possono crescere alberi o arbusti, e tratti di bosco ove il versante della montagna è più protettivo. Fatica ben ripagata dall'ambiente circostante, che termina in cima al Monte Nanos, dove le antenne ululano a causa del vento e un rifugio con annesso spogliatoio possono permettere una breve sosta. Si procede in salita pochi metri e si sbuca su prato su un sentiero che percorre in discesa la cresta. Spettacolare per panorama e ciclabilità, nonostante le rocce mobili che a volte sono molto insidiose. E'necessario fare attenzione agli escursionisti, sempre in buon numero anche fuori stagione, ma lo spazio è abbondante e i fuori pista su erba sono altrettanto divertenti
Giunti alla chiesetta di SV Hieronim si risale per la stradina cementata alle spalle della chiesa fino a incontrare la strada della salita in andata; la si percorre in salita per qualche centinaio di metri fino al bivio segnalato con i cartelli Abram-Vipava; si prende a sinistra la ripida ascesa smossa e dopo un primo strappo porta nell’altopiano del Nanos percorrendo lo Slovenskaplaniska pot 145, un divertente e lungo single trail che si conclude nella strada sterrata che conduce al rifugio del Nanos (visita all’orso in gabbia).
Dopo una meritata sosta si riparte prendendo il sentiero per Podnanos attraversando prati e boschi senza perdere eccessivamente quota, anzi in qualche tratto bisogna pure spingere arrivando così al belvedere presso una cappella a nicchia a quota 900m.
Qui bisogna individuare il sentiero sassoso che scende ripido vicino alla cappella, che inizia con qualche zig-zag; il single track si fa subito impegnativo sia per la pendenza che per il fondo mosso e i tornantini stretti (S3); in seguito la pendenza diminuisce e si riesce a scendere in sella seppur rimanendo molto tecnico. Presso il monte Tabor diventa più fluido e scorrevole ma oramai si arriva alle prime case di Podbreg e non resta che arrivare alle auto.
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